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«Il bonus? Preso e dato in beneficenza»

Alessandro Montagnoli, consigliere regionale della Lega Nord, confessa: «Ho ricevuto il bonus»
Alessandro Montagnoli, consigliere regionale della Lega Nord, confessa: «Ho ricevuto il bonus»
Alessandro Montagnoli, consigliere regionale della Lega Nord, confessa: «Ho ricevuto il bonus»
Alessandro Montagnoli, consigliere regionale della Lega Nord, confessa: «Ho ricevuto il bonus»

Enrico Santi «Sì, il bonus di 600 euro l’ho ricevuto, ma a fare la richiesta era stata mia moglie, in assoluta buonafede... Quei soldi, però, non me li sono tenuti in tasca. Li ho dati subito in beneficenza per l’emergenza coronavirus». Alessandro Montagnoli, consigliere regionale della Lega Nord, confessa così di aver beneficiato, in qualità di consulente finanziario, dell’aiuto governativo alle partite Iva in difficoltà economica per l’emergenza Covid-19. Ma fa sapere di sentirsi a posto con la coscienza anche se, probabilmente, ciò gli costerà la ricandidatura. «Mi dispiace moltissimo per la mia famiglia, per mia moglie soprattutto che si vede coinvolta da questa bufera», aggiunge sulla strada di ritorno da Treviso, dove il governatore Luca Zaia ha incontrato i suoi amministratori regionali uscenti. «Al presidente», assicura, «ho spiegato tutto, gli ho detto che quei soldi, e altri ancora, li ho devoluti in beneficenza». Quando? «Subito, in quei giorni», giura il consigliere regionale, «non adesso che è scoppiato il caso e non solo i 600 euro, di più, e non ho mai voluto farlo sapere...». Basteranno queste spiegazioni a placare l’irritazione, per usare un eufemismo, di Zaia? Le liste elettorali fino a ieri erano praticamente pronte, con gli uscenti sicuri ricandidati nella Lega o nella Lista Zaia. «Ne ho parlato direttamente con il presidente, gli ho spiegato tutto», ripete, «cosa deciderà adesso non lo so... Ad ogni modo ho devoluto una somma ben maggiore di quella cifra». Oltre a Montagnoli sarebbero coinvolti altri due esponenti, non veronesi, della Lega. Si parla addirittura di un assessore regionale. Ma per ora non ci sono conferme. Montagnoli fa sapere di non aver ancora discusso della faccenda con Lorenzo Fontana. L’ex ministro, braccio destro di Matteo Salvini a livello nazionale, è segretario regionale del partito. Ma quello che aveva detto la sera prima, per l’esponente leghista della Bassa veronese, suona già come una condanna. «Se dovesse emergere», aveva tuonato Fontana, «che eletti hanno fatto richiesta all'Inps del bonus da 600 euro al mese per le partite Iva, quei nomi non finiranno tra i candidati nelle liste della Lega in Veneto e verranno immediatamente sospesi dal movimento». Alessandro Montagnoli è uno degli esponenti più in vista della Lega - ora senza più il Nord - scaligera. Dal 2004 al 2014 è stato sindaco di Oppeano, roccaforte leghista dove il Senatur era di casa, da un ventennio. Alle elezioni politiche del 2008 fu eletto deputato. Nel 2015 entrò in Consiglio regionale. A Venezia ha ricoperto l’incarico di segretario della Commissione politiche del territorio, infrastrutture trasporti e lavori pubblici, politiche dell’ambiente, difesa del suolo e attività estrattive, politiche forestali e dell’energia. L’indiscrezione che tra gli amministratori regionali di tutta Italia coinvolti nello scandalo dei «furbetti del bonus per le partite Iva» c’erano anche consiglieri regionali veneti della Lega aveva cominciato a circolare dalla mattinata di ieri. Si parlava di due o tre amministratori che pur prendendo uno stipendio di circa 8mila euro al mese, netti, dalla Regione Veneto avevano pure fatto richiesta all’Inps del bonus previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio (600 euro poi diventati 1.000) per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva in difficoltà durante la crisi del coronavirus. A far esplodere lo scandalo del bonus era stata la notizia che cinque deputati, ancora senza nome, ma si sa che tre sono della Lega, uno del Movimento 5 stelle e uno di Italia Viva, avevano chiesto all’Inps l’aiuto economico. «In Urss sarebbero finiti diritti in Siberia» twitta Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista, interpretando i sentimenti di molti. Tra questi parlamentari ancora senza nome gira voce che ci sia un leghista veneto. In un partito alle prese con le candidature alle elezioni del 20 e 21 settembre le fibrillazioni non mancano. E i giochi potrebbero riaprirsi. •

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