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«Il balzo dei prezzi costerà 600 euro ad ogni veronese»

Un’immagine del Parlamento a seduta plenaria, l’improvvisa crisi di governo e l’ipotesi di elezioni anticipate ha creato un po’ di tensione nelle associazioni di categoria e di difesa dei consumatori Paolo Arena
Un’immagine del Parlamento a seduta plenaria, l’improvvisa crisi di governo e l’ipotesi di elezioni anticipate ha creato un po’ di tensione nelle associazioni di categoria e di difesa dei consumatori Paolo Arena
Un’immagine del Parlamento a seduta plenaria, l’improvvisa crisi di governo e l’ipotesi di elezioni anticipate ha creato un po’ di tensione nelle associazioni di categoria e di difesa dei consumatori Paolo Arena
Un’immagine del Parlamento a seduta plenaria, l’improvvisa crisi di governo e l’ipotesi di elezioni anticipate ha creato un po’ di tensione nelle associazioni di categoria e di difesa dei consumatori Paolo Arena

Lo spettro dell’aumento dell’Iva, l’imposta su beni e servizi che tutti paghiamo ogni giorno quando prendiamo un caffè al bar, compriamo il pane, paghiamo la bolletta della luce o facciamo rifornimento di carburante, è tra gli effetti più temuti dell’improvvisa crisi di governo ferragostana che, con ogni probabilità porterà ad elezioni anticipate. La crisi di governo aperta dalla Lega, afferma in una nota il Codacons, una delle maggiori associazioni dei consumatori, «costerà miliardi di euro all’economia italiana e porterà dritto come un treno all’aumento delle aliquote Iva» a partire dal 2020. «Un aumento dell’Iva al 25 per cento significa, secondo i nostri studi, una mazzata pro capite e non a famiglia da 600 euro». A lanciare l’allarme è il presidente provinciale di Confcommercio, Paolo Arena. «E considerando che la nostra bilancia commerciale per l’80 per cento dipende dal mercato interno», sottolinea, «ciò significherebbe un’ulteriore depressione in un momento già non facile per i consumi... Speriamo quindi che tale pericolo venga scongiurato». Il rischio, infatti, è che scatti l’automatismo previsto dalle clausole di salvaguardia per salvare i conti dello Stato, e garantire un aumento del gettito per lo Stato per 23 miliardi nel 2020 e 27 nel 2021. L’aumento di tre punti dell’imposta - ma l’incremento, dall’attuale 22, potrebbe spingersi fino al 26,5 per cento - avrebbe pesanti ripercussioni, avverte il presidente di Confcommercio, sull’economia veronese. «Pensiamo al turismo, ad esempio. È chiaro», esclama Arena, «che la nostra offerta diventerebbe meno attrattiva e meno competitiva in un momento, peraltro, già complesso che ha fatto registrare una diminuzione di presenze soprattutto sul lago di Garda. In un mercato internazionale che si è rimesso in moto e con una concorrenza sempre più agguerrita, dalla Croazia al Nordafrica, aumentare i costi per i turisti complicherebbe ulteriormente le cose, anzi», afferma, «sarebbe una vera e propria batosta, per tutti i settori economici e per le famiglie». Si dice molto preoccupato anche Massimo Castellani, segretario generale della Cisl. «Già la situazione economica non era positiva, ma ora la crisi di governo allontana possibili soluzione mettendo in moto un meccanismo da campagna elettorale che ben conosciamo, con l’Europa che non ci farà sconti e la concreta possibilità che si debba ricorrere all’aumento delle tassazioni indirette. Con ripercussioni pesanti», avverte, «sui salari, sulla già difficile condizione dei lavoratori precari e sull’economia in generale». Castellani non nasconde la propria irritazione: «Ormai solo il 30 per cento dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato e l’aumento dell’Iva è quanto di più ingiusto ci sia perché colpisce senza distinzioni e a farne le spese saranno soprattutto le persone a basso reddito. E ciò provocherà un calo dei consumi interni e anche questa sarà una botta durissima per l’economia e l’occupazione... È una follia, e poi», conclude Castellani, «chi pagherà gli impegni colossali presi con l’Europa?». •

Enrico Santi

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