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ULSS 20

I tre medici al gip:
«Non c’è stato
alcun abuso»

Giovanni Serpelloni con il difensore Nicola Avanzi (a destra). Al centro, il pm Paolo Sachar DIENNEFOTO
Giovanni Serpelloni con il difensore Nicola Avanzi (a destra). Al centro, il pm Paolo Sachar DIENNEFOTO
Giovanni Serpelloni con il difensore Nicola Avanzi (a destra). Al centro, il pm Paolo Sachar DIENNEFOTO
Giovanni Serpelloni con il difensore Nicola Avanzi (a destra). Al centro, il pm Paolo Sachar DIENNEFOTO

Il primo a entrare nella stanza del gip Luciano Gorra è stato Maurizio Gomma accompagnato dall’avvocato Chiara Palumbo. Poi il dottor Giovanni Serpelloni e infine, nelle prime ore del pomeriggio a sedersi davanti al gip è stato Oliviero Bosco.

Ieri per i tre medici agli arresti domiciliari è stato il giorno del confronto diretto con il pm Paolo Sachar (che ha chiesto la misura restrittiva) e il magistrato che ha firmato l’ordinanza di custodia.

E ognuno di loro, pur ammettendo i fatti (la procura ha acquisito tutte le mail inviate e ricevute e non cancellate dai loro computer) ha fornito una versione alternativa. Ammesso i fatti ma negato gli addebiti.

I legali di Maurizio Gomma e Oliviero Bosco hanno chiesto la revoca della misura, il gip deciderà forse già oggi.

Per tutti e tre l’accusa è di aver chiesto, senza ottenerli, 100mila euro al proprietario della Ciditech, la ditta che aveva ideato e sviluppato il software (su incarico dell’Ulss 20, pagato dalla Regione Veneto e destinato ad essere ceduto, a titolo gratuito, ai Ser.T. di mezza Italia) e, a fronte del rifiuto, indetto una gara «pilotata» al solo fine - questa la tesi del pm Paolo Sachar - di fare pressioni su Ciditech (tesi avvalorata poi dal fatto che la ditta che vinse l’appalto per la manutenzione non ha poi mai svolto l’incarico e il contratto è stato rescisso di comune accordo).

IL DOTTOR GOMMA. All’epoca della contestazione era il direttore facente funzioni del Ser.T. (all’epoca Giovanni Serpelloni era a Roma, al Dipartimento per le Politiche Antidroga), ieri ha negato di essere a conoscenza dei colloqui avvenuti tra Serpelloni e il titolare di Ciditech (e riguardanti la richiesta di 100mila euro, a titolo di «riconoscenza» per il passato e per poter «garantire» la manutenzione della piattaforma MFP anche per il futuro).

Relativamente alla lettera in cui loro tre e altri tre medici avevano chiesto a Ciditech il denaro avanzando diritti intellettuali sul software, il medico attualmente in servizio a Montorio, ha spiegato che erano venuti a conoscenza che la ditta si presentava alle altre Ulss come proprietaria del software e concludeva contratti di manutenzione e aggiornamenti (questi ultimi non previsti dal contratto).

Ha spiegato che si sarebbero, in caso contrario, rivolti all’autorità giudiziaria.

Però lo dissero, scrissero mail con la richiesta di denaro ma non denunciarono. Il suo legale ha chiesto la revoca della misura: non è stato reintegrato al Serd (dopo il licenziamento disposto dal dg Bonavina e poi annullato) e lavora al Distretto-Sanità penitenziaria con sede in via del Capitel.

Circostanza che farebbe venir meno il rischio di reiterazione.

IL DOTTOR SERPELLONI. Difeso dall’avvocato Nicola Avanzi e dal professor Vittorio Manes (ieri sostituito da un collega), il direttore del Serd (ora sospeso dal dg Pietro Girardi) ha risposto alle domande del gip per circa due ore.

Si è sfogato, ha fornito anch’egli una dettagliata «visione alternativa» alla accuse. Che ha respinto con decisione.

La difesa ha chiesto, e ottenuto (il pm ha dato parere favorevole), una modifica delle restrizioni degli arresti domiciliari: potrà uscire due ore al giorno per provvedere alle proprie necessità di vita e comunicare con i figli che non vivono con lui. È stata questa l’unica richiesta avanzata, al momento, dai legali.

IL DOTTOR BOSCO. È stato l’ultimo ad essere sentito, accompagnato dagli avvocati Francesco Palumbo e Maurizio Sartori è entrato nella stanza del dottor Gorra nel primo pomeriggio. Ha ammesso solo di aver firmato la lettera (insieme ad altri cinque colleghi) nella quale si chiedeva a Ciditech di versare la somma a titolo di diritti intellettuali sul software, denari che avrebbero dapprima essere versati all’Ulss 20 e in seguito alla Caritas. Della gara nulla, ha spiegato solo di aver chiesto, a titolo personale, un parere ad un conoscente.

Nemmeno lui, come Gomma, ha fatto ritorno al Ser.D. Da fine settembre è al Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Profilassi malattie infettive, e per questo è stata chiesta la revoca dei domiciliari.

Fabiana Marcolini

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