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Le reazioni alla nuova norma

Il mondo produttivo veronese: «Ok al Green pass per tutti, adesso però basta chiusure»

Green pass obbligatorio per i lavoratori del settore pubblico e privato dal 15 ottobre, sospensione ma conservazione dell’impiego, sanzioni per chi eluderà la norma ma anche per i datori di lavoro che non effettueranno i controlli, tamponi gratis solo per chi non potrà effettuare la vaccinazione.

È quanto ha stabilito ieri il Consiglio dei ministri definendo i dettagli di un decreto annunciato: le sanzioni vanno da 600 a 1500 euro per i lavoratori e da 400 a 1000 euro per i datori di lavoro che non abbiano verificato il rispetto delle regole. Nessuna possibilità di licenziamento ma scatterà invece la sospensione dal lavoro.

«In questo momento il Governo ha il compito molto delicato di garantire la salute di tutti e la tenuta del nostro sistema sanitario. L'estensione dell'obbligo del Green pass a tutti i lavoratori è uno strumento utile per garantire la sicurezza delle persone e la continuità dell'attività d'impresa», afferma Raffaele Boscaini, presidente di Confindustria Verona. «La presidente Von der Leyen ha dichiarato che l'Europa si avvia al recupero entro l’anno delPil 2019, è importante che questo percorso venga sostenuto e non rischi battute di arresto. Quello che sta succedendo al nostro Paese in termini di crescita è davvero incredibile. Non deve essere una fiammata compromessa da nuove crisi sanitarie. Dai numeri sulle vaccinazioni, risulta che tra le persone tra i 20 e i 60 anni, presumibilmente in età da lavoro, in Veneto circa il 30 per cento non ha ricevuto la vaccinazione a Verona. Dalle stime sui lavoratori che non utilizzano più la mensa aziendale, dovremmo essere tra il 10 e il 15 per cento. Il mese che abbiamo davanti prima dell’entrata in vigore del decreto può servire a persuadere gli indecisi e a rendere l’Italia più sicura per tutti».

Con le imprese chiamate a nuovi compiti per il controllo dei lavoratori. «Per le aziende non sarà facile gestire i controlli ne affrontare i lavoratori sprovvisti di Green pass. Le aziende sono organizzazioni complesse e articolate con tante situazioni diverse. Dopo quello che abbiamo vissuto e affrontato durante il lockdown faremo qualsiasi sforzo per scongiurare nuovi rischi per noi e le persone che lavorano con noi», conclude Boscaini.

 

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C’è preoccupazione

Ma resta una decisione che rischia di creare nuove divisioni e ulteriori malcontenti in settori già provati dalla crisi per il Covid e dalle difficoltà del post pandemia. «La posizione di Confcommercio è chiara, se il legislatore ha trovato il Green pass come unico mezzo per non arrivare ad ulteriore restrizioni lo accettiamo, ma questo deve garantire che non ci saranno altre limitazioni perchè altrimenti la situazione sarebbe difficile da gestire», afferma Paolo Arena, presidente di Confcommercio Verona, «sento in giro molta preoccupazione tra i nostri associati su come gestire il personale che non vuole vaccinarsi e che quindi rimarrà senza Green pass: ripeto, se questo è lo strumento per combattere la diffusione del virus ok, si tratta di un ulteriore sacrificio a prescindere dalle convinzioni personali ma questa poi deve essere una sorta di certificazione definitiva per evitare ulteriori restrizioni».

 

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Adesso c’è un mese di tempo per adeguarsi alle nuove normative. «Per Confartigianato la salute e la sicurezza delle persone, che sono prioritarie, sono condizioni fondamentali anche per garantire la salute dell’economia», conferma Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona. «Il Green pass è lo strumento, non il fine. Bisogna spingere sulle vaccinazioni, considerate dalla scienza medica l’unica soluzione per evitare il propagarsi del Covid. Non possiamo permetterci di tornare indietro, di annullare tutti gli sforzi fatti finora e di togliere fiducia alle nostre imprese, rallentando il percorso di uscita dalla crisi». Ma vanno evitati in tutti modi ulteriori oneri a carico degli imprenditori.

«Le imprese non possono venire caricate di ulteriori oneri, come quelli del costo dei tamponi», prosegue Irari Sareri, «proprio per questo Confartigianato torna a ribadire che bisogna spingere sulle vaccinazioni. In ogni caso di tutto abbiamo bisogno tranne che di dividere il Paese su posizioni ideologiche in merito al rispetto della salute propria e altrui e del riconoscimento dei grandi sacrifici che i cittadini e gli imprenditori hanno dovuto sopportare in questi mesi. Facendo attenzione a non mettere tutte le imprese sullo stesso piano. «Attenzione, però, alla sterminata diversità di condizioni tra le varie tipologie di imprese artigiane e di piccole dimensioni, ognuna con le proprie caratteristiche ed esigenze». •.

Luca Mazzara

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