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Con gli abitanti di via Pisano e Stadio

Filobus, via San
Paolo stamattina
protesta in piazza

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Protesta in via San Paolo (foto Vaccari)
Protesta in via San Paolo (foto Vaccari)
Filobus, protesta di via San Paolo (Vaccari)

Affollata protesta questa mattina in via San Paolo, di residenti e commercianti, per dire no al progetto del filobus, che prevede in questa strada la realizzazione di una galleria pedonale.

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Hanno deciso di fare una protesta in strada. I commercianti di via San Paolo, stamattina alle 10.30 si ritroveranno in Corticella San Paolo e poi sfileranno nella via. Ma a dare loro man forte ci saranno anche commercianti di via Pisano e dello Stadio, che hanno accolto il loro appello.

 

Un’azione per far presenti il loro disaccordo e anche la loro preoccupazione per l’idea del filobus che dovrà passare da via San Paolo, scombinando le loro vite, il loro lavoro. «Il progetto è vecchio e superato. È del 1992, non ha senso oggi realizzare un’opera così impattante sulle vie della città», spiega Marco De Stefani, titolare del negozio Eurostore, «se si vuole ridurre l’inquinamento basta acquistare i bus elettrici, ce ne sono che possono percorrere fino a 300 chilometri senza aver bisogno di essere ricaricati. Realizzare il filobus a Verona non ha senso. Ci hanno prospettato lavori per almeno sei mesi. Se accadesse questo, per noi significa chiedere i battenti». Aggiunge De Stefani: «Qui vogliono fare una galleria pedonale dove ci sono i negozi di una parrucchiera, di abbigliamento e la storica drogheria. Quindi i negozi verranno sfrattati e così le persone che abitano sopra, verranno spostate per un periodo non meglio precisato. Ci sono persone anziane, toglierle dalla loro casa significa destabilizzarle in modo che potrebbe essere pericoloso per la loro salute. Staccare gli anziani dai loro luoghi, è noto che può creare squilibrio».

 

La drogheria Emaldi è in via San Paolo dal 1882, come indica l’insegna fuori. E anche Daniela che porta avanti il lavoro del nonno è decisamente preoccupata. «I miei genitori hanno 98 e 90 anni, mi dicono che potrebbero restare fuori casa per tre anni, questo significherebbe che a casa loro non tornerebbero più. Infatti anche gli appartamenti sopra a quella che diventerebbe la galleria debbono essere evacuati perchè non è sicuro abitarci mentre ci sono i lavori». E della possibilità di andare altrove: «Le nostre scaffalature sono storiche, antiche, muoverle di qui significa rovinare una parte di storia della nostra città. Proprio di recente il Comune ci ha donato una targa per premiarci come negozio storico ed ora ci chiedono di andarcene via». Nel 2014 era arrivata la prima lettera di sfratto ai residenti di via San Paolo interessati alla zona dei lavori e tutti avevano pensato che in qualche maniera i lavoro non sarebbero arrivati al dunque. Ma adesso manca poco.

Alessandra Vaccari

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