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Fieracavalli al via Vetrina di un settore da cinque miliardi

Il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese con il Governatore del Veneto, Luca Zaia, il sottosegretario alle Politiche Agrigole, Giuseppe L’Abbate e il sindaco di Verona, Federico Sboarina FOTOSERVIZIO  MARCHIORIIl taglio del nastro all’edizione 121 di Fieracavalli, al centro Luca Zaia e Giuseppe L’Abbate
Il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese con il Governatore del Veneto, Luca Zaia, il sottosegretario alle Politiche Agrigole, Giuseppe L’Abbate e il sindaco di Verona, Federico Sboarina FOTOSERVIZIO MARCHIORIIl taglio del nastro all’edizione 121 di Fieracavalli, al centro Luca Zaia e Giuseppe L’Abbate
Il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese con il Governatore del Veneto, Luca Zaia, il sottosegretario alle Politiche Agrigole, Giuseppe L’Abbate e il sindaco di Verona, Federico Sboarina FOTOSERVIZIO  MARCHIORIIl taglio del nastro all’edizione 121 di Fieracavalli, al centro Luca Zaia e Giuseppe L’Abbate
Il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese con il Governatore del Veneto, Luca Zaia, il sottosegretario alle Politiche Agrigole, Giuseppe L’Abbate e il sindaco di Verona, Federico Sboarina FOTOSERVIZIO MARCHIORIIl taglio del nastro all’edizione 121 di Fieracavalli, al centro Luca Zaia e Giuseppe L’Abbate

In sella. Verona capitale mondiale del mondo equestre, da dove lancia un modello etico e rispettoso del benessere del cavallo. Un settore che, dallo sport al turismo all’agricoltura fino alla cura di persone, genera in Italia un fatturato di cinque miliardi. È il dato, sinora inedito, uscito dall’inaugurazione dell’edizione 121 di Fieracavalli, apertasi in Fiera, dove si concluderà domenica. Ci sono 2.400 i cavalli, di 60 razze, da tutto il mondo, e poi 750 aziende espositrici da una trentina di Paesi, acquirenti da 18 nazioni, 35 associazioni di allevatori e più di duecento eventi. È una passione millenaria, quella per il cavallo, che ancora oggi per sport o per hobby coinvolge un italiano su quattro e il 30 per cento delle famiglie italiane. Con uno “zoccolo duro” di 3,2 milioni di praticanti, cioè l’8 per cento della popolazione attiva, dai 18-65 anni a esclusione quindi dei minorenni, che è montato in sella almeno una volta nel corso dell’anno. Sono dati di Fieracavalli-Nomisma relativi al 2018. Sono numeri che danno la misura di un settore economico vivace, in crescita, che da oltre un secolo considera il salone internazionale di Verona una passerella fondamentale per far incontrare persone ed esperienze. «Fieracavalli si conferma il punto di riferimento per il pubblico di appassionati e le imprese del settore equestre», dice all’inaugurazione il presidente di Veronafiere Maurizio Danese. «La nostra responsabilità è grande, perciò abbiamo deciso di lanciare quest’anno Fieracavalli Academy, progetto che ha l’obiettivo di promuovere un approccio etico e rispettoso del benessere del cavallo, ponendo anche l’accento sulla sostenibilità ambientale. In questo percorso», spiega Danese, «stiamo coinvolgendo cavalieri, esperti, testimonial, istituzioni, università e ricerca». È un’iniziativa apprezzata dal sottosegretario alle politiche alle politiche agricole, alimentari e forestali Giuseppe L’Abbate, che tra l’altro ha detto di praticare sin dall’infanzia l’equitazione. «Il tema lanciato quest’anno da Fieracavalli, il benessere, è sicuramente importante per un settore che torna centrale nelle politiche del ministero», spiega L’Abbate, sottolineando che «la filiera equestre va sostenuta in modo sempre più forte, perché può contribuire alla crescita economica del Paese, interessando molti ambiti, dagli allevamenti alla mangimistica, dall’agricoltura all’agonismo, dalla salute alle attrezzature». Il presidente della Regione Luca Zaia ribadisce il concetto, formulando anche una sorta di parallelo con il mondo scientifico, quando si parla di fuga dei cervelli. «Appoggiare questo comparto è strategico, anche per evitare la fuga all’estero delle scuderie e dei cavalli italiani, che ottengono sempre straordinarie prestazioni nelle competizioni», ha spiegato. «Veronafiere organizza la più grande rassegna di cavalli al mondo perché il Veneto è una regione che punta su questo settore, nonché l’unica che ha raddoppiato negli ultimi dieci anni il numero di cavalli, oggi ventimila». Fieracavalli è nata nel 1898 e da allora si è evoluta, diventando come evidenziato più volte un crocevia mondiale per il settore. Al punto da essere anche, come rileva il sindaco Federico Sboarina, oltre che una sorta di apripista per altre rassegne, anche un modello. «È un riferimento per il settore e lo stesso deve avvenire per le altre manifestazioni», dice il sindaco Federico Sboarina, «e il Comune, socio di maggioranza di Veronafiere, è pronto a sostenere il nuovo piano industriale per fare in modo che questa realtà rimanga al passo con i tempi, vincendo ogni sfida». È Marco Di Paola, presidente delle Federazione nazionale sport equestri (Fise) a fornire l’anticipazione del dato del fatturato del settore equestre, uscito da uno studio economico realizzato dal Centro studi delle Fise in collaborazione con la Business School dell’università Luiss. «Fieracavalli, manifestazione in cui il cavallo è rappresentato in tutte le sue sfaccettature, ci dà l’opportunità di vivere un evento di livello mondiale, in ambito sportivo, con l’unica tappa italiana della coppa del mondo di salto a ostacoli. È una grande occasione per un settore come il nostro, che vale cinque miliardi di faturato». Una settore «di cultura e tradizioni», dice il vicepresidente della Provincia David Di Michele, «ma anche fonte di reddito per i numerosi allevamenti, maneggi e strutture recettive veronesi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Giardini

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