Appuntamento al prossimo anno, in una modalità differente rispetto a quella interamente digitale imposta dal Covid quest’anno: è l’auspicio degli organizzatori del Festival del Futuro, che con il loro intervento hanno fatto calare il sipario su questa seconda edizione: nei tre giorni di dibattiti confronti e interviste il Festival ha registrato quasi 400 mila contatti.
«Un evento interessantissimo e importante», lo ha definito Gian Luca Rana, presidente del Gruppo Athesis, «perché il tracciato di tutte le discussioni ha portato a una parola, speranza, come elemento fondamentale di tutto quello che riguarderà il nostro futuro. Siamo fortunati perché i valori fondanti della nostra società, anche se messi in discussione da eventi imprevisti, stanno comunque emergendo», ha sottolineato Rana.
«I messaggi che noi e i nostri ospiti siamo riusciti a lanciare in questi tre giorni sono stati fortemente ottimistici: con questo approccio”, ha aggiunto Enrico Sassoon, direttore di Harward Business Review, «dobbiamo guardare al domani. È necessario costruire un futuro anche in mezzo a crisi come queste e, per raggiungere l’obiettivo, è necessaria la collaborazione di tutti».
Di esperti, ricercatori, scienziati di tanti settori differenti: tutti pezzi fondamentali di un grande puzzle. «Siamo riusciti a creare valore in momento molto difficile», ha sottolineato Matteo Montan, amministratore delegato del Gruppo Athesis, spiegando che «il nostro compito era dare degli input su come disegnare un nuovo mondo: e ci siamo riusciti. Questo Festival», ha aggiunto, «è il frutto di un lavoro comune fatto con tanti partner».
L’appuntamento è per l’anno prossimo, quindi, «speriamo in presenza: ma nel frattempo il progetto non si ferma, perché è permanente», ha concluso Luigi Consiglio, presidente di Eccellenze d’Impresa.
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