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Fatture false e riciclaggio Sequestrati beni per 7 milioni

L’arresto La guardia di Finanza di Modena durante uno degli arresti
L’arresto La guardia di Finanza di Modena durante uno degli arresti
L’arresto La guardia di Finanza di Modena durante uno degli arresti
L’arresto La guardia di Finanza di Modena durante uno degli arresti

Emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, infedele dichiarazione, indebita compensazione di imposte ed autoriciclaggio. Sono le ipotesi di reato contenute nell’ordinanza di custodia cautelare che, su delega della procura di Modena, la Guardia di finanza della città emiliana, insieme ai colleghi di Bergamo, Brescia e Verona, ha applicato nei confronti di cinque persone (tre in carcere e due ai domiciliari), tutte residenti in provincia di Bergamo e indagate, a vario titolo, insieme ad altri cinque soggetti. I destinatari delle misure cautelari sono quattro uomini e una donna, tutti italiani, tra cui un professionista. Contestualmente sono state eseguite diverse perquisizioni ed è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca pari a circa sette milioni di euro. Secondo le indagini coordinate dalla procura di Modena, gli indagati avrebbero creato tre società (due nel Modenese e una nel Bresciano), tutte formalmente operanti nel settore edile, con l’unico scopo di assumere solo sulla carta del personale ed utilizzate come centri di imputazione di tasse, oneri fiscali, contributivi, previdenziali ed assistenziali. Obblighi questi ultimi, tutti fittiziamente ottemperati attraverso un sistematico ricorso a indebite compensazioni d’imposta attraverso l’utilizzo di crediti inesistenti creati ad hoc grazie all’utilizzo sistematico di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini hanno consentito di ricostruire che a fronte degli accreditamenti finanziari sui conti delle «società strumento», venivano disposti bonifici a favore di conti correnti esteri (ungheresi, romeni e croati) intestati a soggetti economici stranieri, con causali commerciali risultate riferite a operazioni inesistenti, con l’unico scopo lo smobilizzo del denaro ed il rientro, in contante, nelle mani dei soggetti destinatari delle misure cautelari applicate ieri mattina. Le società che operavano nel settore edile, erano state create con lo scopo di assumere solo su carta del personale per poi utilizzare crediti inesistenti grazie all’utilizzo di fatture. I cinque sono poi riusciti così ad ottenere anche il regolare rilascio del Durc, il documento della regolarità contributiva, e ad offrire a vari committenti manodopera a prezzi maggiormente concorrenziali rispetto agli onesti imprenditori. Avevano poi messo in piedi conti intestati a “società strumento”, tutte all’estero e intestate a soggetti economici ungheresi, romeni e croati, con causali commerciali per operazioni inesistenti, aventi l’unico scopo di muovere denaro e farlo rientrare. Le indagini sono durate mesi e si sono basate su indagini bancarie, pedinamenti, appostamenti ed intercettazioni. È stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, fino alla concorrenza dell’imposta evasa accertata, pari a circa 7 milioni di euro. I provvedimenti cautelari sono stati emessi a chiusura delle indagini della polizia Tributaria.•. A.V.

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