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Molti si affidano al commercialista

Fattura elettronica
La partenza
è tutta in salita

Molti esercenti si affidano al commercialista

Tiene banco la vicenda di Maria Frizzero, che a San Vittore di Colognola ha abbassato le saracinesche del suo negozio di alimentari per colpa della fattura elettronica. La storia, raccontata domenica da L'Arena, sta facendo il giro d'Italia. «Non è un caso isolato», assicura il vicepresidente di Confcommercio Nicola Baldo, responsabile sezione Commercio.

 

È ancora presto per un censimento delle eventuali cessazioni d'attività dovute a questa rivoluzione fiscale, ma indubbiamente il debutto del nuovo sistema imposto dal Governo, che il primo gennaio 2019 ha mandato in soffitta la fattura cartacea, è stato al singhiozzo. Va sottolineato che i negozi al dettaglio rilasciano soprattutto scontrini fiscali. «Però», precisa Baldo, «anche le botteghe di paese hanno clienti con partita Iva che acquistano in grandi quantità e a cui serve la fattura».

 

Per emetterla in formato elettronico, «il negoziante deve dotarsi di un software specifico, o delegare il commercialista», mettendo in conto una spesa che, per l'applicativo gestionale, «può aggirarsi intorno ai 200 euro l'anno anche per una manciata di fatture». Chi ha una certa età «è tentato di gettare la spugna», conclude Baldo. 

L.P.

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