<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IL CASO.

Fa causa a Vodafone e vince Risarcimento di 1.500 euro

La pensionata si è rivolta ad Adiconsum che ha fatto appello al giudice di pace. La compagnia si scusa: «Comportamento scorretto del venditore»

Davide contro Golia. Una pensionata veronese contro il gigante delle telecomunicazioni Vodafone talvolta riesce ad avere la meglio.
È successo a una sessantenne di San Michele Extra, che ha vinto una causa contro la compagnia telefonica davanti al giudice di pace grazie al supporto dell'associazione Adiconsum.
Una vicenda che risale al dicembre del 2011, quando la pensionata sottoscrisse un contratto con Vodafone, chiedendo il passaggio del suo numero di telefono alla società per la fornitura del servizio di telefonia e internet.
La donna, dopo aver atteso per sei mesi che le venisse attivata l'utenza – come emerge dalla sentenza - e restando di fatto senza alcuna linea telefonica per l'intero periodo, si vide costretta a inviare la disdetta del contratto e attivare una nuova utenza con un altro operatore. Per chiedere conto degli evidenti disagi subiti e ottenere un risarcimento, si è poi rivolta ad Adiconsum.
«Dopo aver cercato la conciliazione in Camera di Commercio, a cui Vodafone non ha partecipato, abbiamo intentato causa davanti al giudice di pace Edi Maria Neri, che ha riconosciuto le ragioni del consumatore», spiega l'avvocato Silvia Caucchioli, collaboratore dell'associazione. «La sentenza ha condannato la società Vodafone ad annullare le fatture emesse e a restituire le somme già versate per il servizio mai fornito».
Alla pensionata veronese, inoltre, è stato riconosciuto il risarcimento previsto dal Regolamento in materia di indennizzi automatici applicabili nei rapporti tra utenti e operatori di comunicazioni elettroniche dell'Autorità Garante nelle Comunicazioni: in totale oltre 1.500 euro.
«Il Regolamento prevede, in caso di ritardo nell'attivazione del servizio o nel trasloco dell'utenza, un indennizzo pari a 7,50 euro per ogni giorno di ritardo», spiega l'avvocato Caucchioli. «Il rimborso dovrebbe essere accreditato automaticamente dalle compagnie telefoniche».
Tuttavia, secondo Adiconsum, nella prassi ciò non avviene, nonostante il Regolamento sia in vigore dal 14 marzo 2011. «Per questo è stato necessario ricorrere all'Autorità giudiziaria per ottenere il risarcimento causato dalla mancata fornitura del servizio», conclude la Caucchioli, che alla luce di questo episodio dice di confidare d'ora in avanti in una maggiore consapevolezza dei consumatori. «Si spera di incentivare con queste vittorie un attivismo responsabile, in risposta alle continue irregolarità di colossi intoccabili…fino a prova contraria».
Di fronte a simile episodio, non è mancata la replica di Vodafone. «Da verifiche effettuate risulta che un problema tecnico non ha reso possibile l'attivazione del servizio e che il venditore non ha rispettato il codice di comportamento», fa sapere l'operatore telefonico. «Nello scusarci con la cliente, desideriamo segnalare che il disservizio è stato da subito riconosciuto con la proposta di soluzioni a compensazione dell'accaduto e che il mancato rispetto del nostro codice di comportamento da parte dei venditori prevede la cessazione immediata della collaborazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Manuela Trevisani

Suggerimenti