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Venticinquenne veronese

Era un campione
di poker il giovane
annegato in Spagna

Tudor Grangure
Tudor Grangure
Tudor Grangure
Tudor Grangure

Era arrivato dalla Romania, solo con la mamma, quando aveva sei anni. A Rivoli avevano costruito una nuova famiglia. Lui era cresciuto e aveva girato il mondo. Ma in uno dei suoi viaggi Tudor Grangure è morto, annegato a 25 anni in un fiume fra le montagne spagnole.

Tudor era un ragazzo curioso, un talento precocissimo del poker e soprattutto il figlio adorato di mamma Rodica e papà Luciano. La notizia arrivata lunedì sera nel loro appartamento in località Zuane li ha tramortiti.

Le autorità iberiche cercavano i familiari da giorni: venerdì pomeriggio a Herguijuela de la Sierra, un centinaio di chilometri da Salamanca e altrettanti dal confine portoghese, erano stati allertati da un passante: nel fiume Alagòn galleggiava il corpo senza vita di un uomo. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco, la Guardia Civil e un medico, che però non aveva potuto far altro che constatare il decesso di quello che sarebbe stato poi identificato come Tudor Grangure.

In quel punto il fiume forma delle pozze. Si suppone che Tudor stesse facendo il bagno: si era spogliato e i suoi vestiti, insieme ad un mazzo di chiavi, sono stati ritrovati a riva. Poco distante la polizia ha ritrovato anche la sua automobile.

Pochi giorni prima in quella zona, a Sottoserrano, si era celebrato un affollato festival di musica elettronica, il «The Lost Theory Festiva», che aveva richiamato oltre tremila persone da tutta Europa. Ma non c’è alcuna certezza che Tudor abbia partecipato all’evento. Anzi, sembra più probabile che il ragazzo stesse tornando verso l’Italia dal Portogallo, dove si sarebbe dovuto incontrare con la sua ragazza, una veronese che però vive in Germania, per trascorrere qualche giorno insieme. Ma in Spagna Tudor era arrivato da solo, fermandosi in quel luogo incantevole, che le guide considerano come uno dei paesaggi più belli di tutta la Spagna.

Un malore, la corrente, l’impatto contro un sasso: si cerca di capire cosa sia successo. Di sicuro il giovane di Rivoli Veronese era una nuotatore provetto, aveva fatto il corso da bagnino e quello di salvataggio. La procura spagnola sta attendendo i risultati dell’autopsia, mentre ieri sera la mamma è volata in Spagna per riportare a casa la salma del suo ragazzo. Rodica lavora da oltre dieci anni all’istituto di assistenza anziani «Villa Spada», dove ieri colleghi e dirigenti sono rimasti impietriti dalla notizia. La donna è sotto choc. «Gli volevo bene come un figlio, forse ancora di più. Era un gran bravo ragazzo», racconta disperato il marito Luciano, che aveva accolto a braccia aperte Tudor quando era arrivato in Italia.

Nemmeno ventenne, Tudor aveva fatto accendere i riflettori su di sé come stella nascente del poker. Con il nome di «Utens» aveva vinto diversi tornei e montepremi da decine di migliaia di euro. Di lui avevano parlato tutti i siti specializzati e anche la Gazzetta dello Sport. Nel 2012 era arrivato fra i 26 giocatori finalisti dell’European Poker Tour in a Montecarlo. Ma stare seduto dietro a un tavolo verde, reale o virtuale che fosse, forse non gli bastava più. E ha cominciato a girare il mondo. Era partito da casa da un mese. Ci tornerà accompagnato dalla mamma: con lui nell’ultimo viaggio, come nel primo vent’anni fa.

Riccardo Verzè

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