È morto a Verona il professor Gianni Mastella, direttore scientifico e cofondatore della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, padre e pioniere della ricerca italiana nella lotta a questa malattia genetica grave, la più diffusa. Luminare della conoscenza scientifica sulla fibrosi cistica e punto di riferimento per malati, familiari, colleghi e ricercatori, ha affrontato per oltre 60 anni lo studio sulla fibrosi.
Laureato in medicina a Padova, specializzato in pediatria, nel 1957 diagnosticò per primo un caso di fibrosi cistica in Italia, all’epoca identificata con il nome di «mucoviscidosi» e quasi sconosciuta. Nel 1967, a Verona, costituisce e dirige il primo Centro di cura per la Fibrosi Cistica d’Italia nell’azienda ospedaliera, con un ruolo sempre più rilevante. A Verona a inizio anni ’80, in via sperimentale, si gettano le basi dei primi test per lo screening neonatale della fibrosi cistica. Dieci anni dopo, su stimolo di Mastella, l’intero Veneto diventa la regione capofila del progetto pilota, che mette l’Italia in anticipo di quasi 20 anni sugli Stati Uniti. Il Centro si dota di un laboratorio dedicato alla ricerca nel campo della patologia molecolare, diretto nei primi anni dal prof. Giorgio Berton, attuale presidente del Comitato Scientifico Frfc.
Dopo la scoperta nel 1989 del gene Cftr, causa della malattia, e lo sviluppo di un test genetico, vengono realizzati progetti pilota di screening del portatore fra i familiari del malato ed eseguite le prime diagnosi prenatali per le coppie ad alto rischio. Nel 1993 viene varata la legge 548, Legge Garavaglia, che estende a tutte le regioni italiane il modello organizzativo e assistenziale sperimentato in Veneto. Nel 1997, insieme agli imprenditori Vittoriano Faganelli e Matteo Marzotto e a Michele Romano, Mastella istituisce la Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (Frcf) che diventa il primo ente nazionale a promuovere e finanziare studi scientifici.