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Dedica l’esame ad Alex «Zanardi mi ha aiutato»

Andrea brinda fuori da scuola al termine dell’esameAlex Zanardi
Andrea brinda fuori da scuola al termine dell’esameAlex Zanardi
Andrea brinda fuori da scuola al termine dell’esameAlex Zanardi
Andrea brinda fuori da scuola al termine dell’esameAlex Zanardi

Tra lui e il diploma di maturità manca solo la pubblicazione degli esiti finali. Andrea Arbetti, 21 anni di cui sei in carrozzina, il traguardo lo dedica all'atleta paralimpico Alex Zanardi, che lotta per la vita. «Mi piacerebbe incontrarlo. Quando ho avuto l'incidente alcuni amici di Vicenza che erano in contatto con lui mi hanno fatto arrivare un suo messaggio di incoraggiamento». Andrea era una promessa della Bmx. Praticava a livello agonistico, piazzandosi bene nei campionati europei e nazionali, prima che il suo futuro da campione fosse interrotto da un incidente che gli ha compromesso l'uso delle gambe e il controllo del busto e del respiro. Dopo l'operazione, nel luglio del 2015, ha trascorso due mesi in terapia intensiva seguiti da un anno e mezzo di riabilitazione tra Verona, Milano e Imola. «Al tempo studiavo meccanica al Cfp dei Salesiani», racconta, «ero al secondo anno. A scuola si erano adoperati per farmi continuare, anche proponendo di abbattere le barriere architettoniche. Ma io non riuscivo a tenere in mano nemmeno una brugola. Lo sport è la mia passione da quando avevo cinque anni e ho deciso di provare a trasformarlo in un lavoro. Mi sono iscritto al liceo economico-sociale Seghetti, indirizzo sportivo. Trattandosi di una scuola diametralmente opposta, ho dovuto ricominciare da capo. È stata dura, ce l'ho fatta grazie al sostegno dei miei genitori, di mio fratello e degli amici. Adesso vorrei iscrivermi a Scienze motorie, perché il mio sogno è diventare allenatore». Di Bmx o di basket in carrozzina, disciplina di cui si è innamorato a prima vista quattro anni fa. «In questi ultimi mesi di scuola mi è mancato il rapporto interpersonale con professori e compagni, anche se per certi versi la didattica a distanza è stata più rilassante per me, che soffro l'agitazione anche a livello fisico. Subito l'ho presa come una vacanza e i primi voti lo hanno dimostrato», sorride, «poi mi sono messo d'impegno e mi sono accorto che sarà un buon allenamento in vista dell'università, dove lo studio sarà autonomo al cento per cento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

L.P.

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