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Covid in classe, cambiano le regole

Tornano in classe elementari e medie, slitta il rientro per le superiori
Tornano in classe elementari e medie, slitta il rientro per le superiori
Tornano in classe elementari e medie, slitta il rientro per le superiori
Tornano in classe elementari e medie, slitta il rientro per le superiori

Nessuna marcia indietro. Gli studenti delle scuole superiori del Veneto non torneranno in aula fino al 31 gennaio. Didattica a distanza per tutti. «Poi si vedrà, se le cose dovessero andare male la data potrebbe essere estesa», conferma il presidente della Regione, Luca Zaia. «Non è una decisione politica, per me anzi è un fallimento, dal momento che 200mila tra ragazzi e insegnanti non hanno colpa, non sono un capro espiatorio ma, di fronte ai dati, bisogna ad ogni costo evitare le aggregazioni. La scuola è il futuro e non dovrebbe essere appesa al “wi-fi“, io tifo perché si riapra, si riparta. Ma la situazione è pesante». FRONTI REGIONALI. Sulla stessa linea del rinvio, con sfumature diverse, anche Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Marche e Calabria. Una lista destinata probabilmente ad allungarsi, nonostante i «mugugni» nel Governo, in particolare da parte dei ministri agli affari regionali Francesco Boccia e all’Istruzione, Lucia Azzolina. CASI E VACCINI. I numeri raccontano di 3.151 nuovi casi, di un’incidenza tra positività e tamponi pari al 5,66 per cento, di 3.066 (+7) ricoveri in area non critica e 391 (-9) in terapia intensiva e purtroppo di 175 vittime. «Le dosi di vaccino somministrate sono 23.644, il 60,8% e venerdì esauriremo la nostra scorta di magazzino. La macchina vaccinale risponde bene e ogni giorno che passa ci perfezioniamo», precisa Zaia. SCUOLA E CONTAGI. «Non è una partita a scacchi, né una colpa tutelare la salute della comunità», ribadisce Zaia. «Il vero tema è l’aula: lasciare in un ambiente confinato 10-15 persone per cinque ore è un’occasione di contagio, nonostante sul piano dei trasporti i piani fossero già stilati. Vedo comunque che anche altre regioni stanno provvedendo». La scelta del presidente veneto incassa anche il plauso del leader della Lega, Matteo Salvini: «Fa bene, se non ha tutte le garanzie sulla salute per gli studenti e gli insegnanti». ELEMENTARI E MEDIE. Cambia intanto anche il protocollo per i contagi da Coronavirus nelle scuole elementari e medie. Una decisione, spiega la direttrice del servizio di Prevenzione regionale, Francesca Russo, «presa sulla scia dell’aumento del 30% circa dei casi secondari (infezioni da positivo, ndr) registrato da novembre ad oggi». A partire dalla seconda classe primaria basterà ora un solo caso verificato per mandare, con decisione dell’istituto, l’intera classe a casa, in didattica a distanza. Al decimo giorno, fine della quarantena, gli alunni verranno sottoposti a tampone molecolare per il rientro in aula. Se i genitori fossero contrari al prelievo sarà il medico di base a valutare l’assenza di sintomi, consentendo il ritorno dello studente dal quattordicesimo giorno o, in caso contrario, quando le manifestazioni cliniche saranno esaurite. È un cambio netto di rotta: finora, al verificarsi di un caso di positività al Covid-19, l’isolamento toccava al solo interessato e l’intera classe veniva sottoposta a tampone. In caso di negatività per tutti la frequenza continuava regolarmente. NUOVE REGOLE. L’unica certezza è che il famigerato indice di trasmissibilità «Rt» verrà ristretto. «Sopra il valore uno si è un zona arancione, da 1,25 in rosso», riporta Zaia dalle interlocuzioni romane. «Restano i 21 parametri, con soglie modificate. Ma non ne so di più al momento... Il decreto recente non è ancora chiaro, immagino aggiustamenti». Intanto domani sarà «zona gialla». Il fine settimana sarà invece «arancione». Poi si vedrà. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Mozzo

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