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Parla il dg dell'Azienda ospedaliera

Covid-19, Villafranca
e Borgo Roma
ospedali dedicati

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Un reparto di terapia intensiva
Un reparto di terapia intensiva
La conferenza stampa dell'azienda ospedaliera

ll Piano di Emergenza della regione Veneto ha previsto che l'ospedale di Villafranca Magalini e quello di Borgo Roma vengano indicati come «Covid Hospital» che, al loro interno, avranno aree totalmente isolate dal resto della struttura.

Gli altri in Veneto sono gli ospedali di Belluno, Vittorio Veneto, Dolo, Jesolo, Trecenta, Schiavonia e Santorso.

 

Zaia: «I posti letto totali, sommando quelli di terapia intensiva, terapia subintensiva e malattie infettive, passano da 744 a 2.985, dei quali 825 di Terapia Intensiva (a regime normale sono 494), 383 di Terapia Subintensiva Respiratoria (a regime sono 85), 1.777 di malattie infettive (a regime sono 165) - scrive ancora Zaia -. A questi si aggiungono 740 posti letto da dedicare alle degenze "normali", che verranno ricavati con la riattivazione degli ex ospedali di Valdobbiadene, Monselice, Bussolengo, Isola della Scala e Zevio».

 

 

 

LA SITUAZIONE NELLE TERAPIE INTENSIVE

«L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona funziona in pieno». Così il dg Francesco Cobello facendo il punto della situazione di Verona, ultima grande città veneta ad essere stata toccata dai contagi, ma dove negli ultimi giorni si è registrata un’impennata di casi positivi. Nella provincia sono saliti a 481, 43 in più rispetto a ieri sera. «Al Policlinico di Borgo Roma - ha spiegato Cobello - abbiamo 41 pazienti ricoverati in area non critica, in lieve calo rispetto a ieri, 14 in terapia intensiva, 12 in quella dell’ospedale di Borgo Trento. Sono stati dimessi 9 pazienti dal 21 febbraio, questa è la dimostrazione che dal coronavirus, se adeguatamente curati, si guarisce».

 

«Per quanto riguarda i posti letti - ha aggiunto - per adeguare le necessità di degenze abbiamo trasformato 70 posti letto di altre specialità, che ovviamente mantengono la loro attività, in letti per persone ricoverate per Codiv-19». «La situazione delle nostre terapie intensive non è preoccupante», ha aggiunto Cobello. «Quindi - ha precisato - se una persona è colpita patologia non Covid-19 che ha necessità di essere ricoverata in terapia intensiva c’è spazio e i pazienti sono tutti garantiti».

 

Quanto all’ipotesi di abilitare i neolaureati in medicina senza passare attraverso l’esame di stato, Cobello ha spiegato che «se avremo necessità pescheremo su qualsiasi bacino di categoria che possa esserci essere utile, per ora stato utilizzando esclusivamente personale interno». «Però non lo escludo» ha aggiunto. «Non abbiamo un cluster ospedaliero di contagio, abbiamo dei casi singoli» ha poi precisato il dg. «Ci sono pochi dei nostri colleghi con positività, ma nessuno in terapia intensiva e non ha intaccato l’organigramma dell’ospedale».

 

«Contemporaneamente stiamo effettuando dose massiccia di assunzione: 55 infermieri, 13 medici extra turnover, che ci consenta di operare in serenità» ha osservato Cobello sottolineando che «da un lato stiamo lavorando in modo da limitare i contagi, dall’altro di verificare le persone che possono essere state colpite dal virus e poi continuare a garantire l’attività straordinaria e quindi le emergenze, le urgenze e tutta una serie di servizi che non può essere frenata». «Altre attività - ha continuato - sono state fermate e molto personale medico viene utilizzato per questa emergenza. Ma preciso che il 30-40% delle visite e prestazioni sono state disdettate spontaneamente e quindi abbiamo possibilità di dedicarci a questa epidemia».

 

Cobello rileva che è «già stato fatto tamponi a circa il 20% del personale e stiamo proseguendo lo screening su tutti i dipendenti. La situazione quindi è assolutamente sotto controllo». Cobello infine ringrazia il personale «per la profonda attività senza limitazioni di sforzo e con grande dedizione» e rinnova l’invito ai cittadini di stare a casa».

 

 

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