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Maltrattamenti sulle donne

Controllata a vista dal marito con telecamera e gps. Tre casi di violenza in famiglia

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L’emergenza della donne maltrattate nella nostra provincia forse si avverte solo tra le mura delle aule del tribunale. Anche ieri ci sono stati altri casi di conviventi condannati per aver reso un inferno la vita delle loro compagne.

 

CONTROLLATA A VISTA.

Riteneva la sua convivente una sorta di proprietà inviolabile che doveva sottostare ad ogni sua richiesta. Era arrivato così ad installare una telecamera in casa per controllare ogni suo movimento tra le mura domestiche. E non solo: con il gps controllava ogni sua uscita, ogni suo itinerario. Una sorta di persecuzione senza sosta condita con il sequestro della sua compagna, fatta salire sulla sua auto e costretta a restarci fino a quando non l’ha lasciata andare. Ieri davanti al gup Raffaele Ferraro, il trentasettenne, difeso da Maurizio Milan e Riccardo Sartori, è stato condannato a due anni e 10 mesi quando poco prima il pm aveva chiesto tre anni e sei mesi di carcere. Era accusato di maltrattamenti, stalking, minacce di morte rivolte anche al padre dell’ex compagna che accompagnava sempre la figlia.

 

MOGLIE INVALIDA.

S.D.D., 55 anni, non si faceva molti scrupoli nemmeno di fronte alla moglie dichiarata invalida al 100%. La offendeva, la picchiava sbattendole la testa contro la porta della cucina, la strattonava, le impediva di uscire la casa. I motivi? I più diversi: si andava dalla gelosia a problemi economici ma soprattutto all’alto tasso alcolico mantenuto spesso dal cinquantacinquenne, ora sottoposto al divieto di avvicinamento alla donna. Il calvario per la compagna è durato più di due anni tra il marzo del 2018 e l’agosto del 2020. Ieri S.D.D. è stato condannato a due anni e otto mesi di carcere. Dovrà pagare anche un risarcimento di cinquemila euro alla sua ex compagna..

 

MALTRATTAMENTI.

Marcella (il nome è di fantasia) - un’operaia di 45 anni residente in un piccolo centro della Bassa, con l’aiuto di una psicologa del centro antiviolenza di Legnago, lo scorso 30 aprile si è rivolta ai carabinieri di Minerbe mettendo a verbale tutte le angherie vissute durante la convivenza e anche dopo la fine del suo matrimonio nel 2018. Alla fine ha sporto denuncia per stalking e maltrattamenti in famiglia contro l’ex consorte - un imprenditore di 56 anni - rimasto a vivere nell’abitazione coniugale situata ad alcuni chilometri dall’appartamento in cui la donna vive con i figli di 11 e 14 anni.

Il gip del Tribunale di Verona Raffaele Ferraro, su richiesta del pm Silvia Facciotti, ha firmato un’ordinanza che vieta al 56enne di avvicinarsi alla donna e ai due figli nonché ai luoghi da loro frequentati e non può avere neppure contatti telefonici o via internet.

Ciampaolo Chavan e Stefano Nicoli

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