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Depliant e t-shirt pro famiglia «naturale»

Congresso Famiglie,
feti in gomma
come gadget-ricordo

WcF
Il gadget distribuito al congresso (Marchiori)
Il gadget distribuito al congresso (Marchiori)
Il gadget distribuito al congresso (Marchiori)
Il gadget distribuito al congresso (Marchiori)

Un feto in gomma, offerto da «Notizie Pro Vita» (uno degli sponsor), è stato distribuito al Congresso Mondiale delle Famiglie in corso a Verona.

Il gadget rappresenta un embrione di dieci settimane. Il feto è accompagnato da un cartellino con la scritta: «L’aborto ferma un cuore che batte!».

 

ALTRI GADGET.  Ma ci sono anche i portachiavi azzurri con la forma dei piedini dei feti e la scritta «10 settimane»: quella è la grandezza che hanno dopo quasi tre mesi; chi al portachiavi preferisce la spilletta, può chiedere quella, sempre con i piedini stavolta dorati ma della «misura» di 12 settimane.

Sui depliant c’è da sbizzarrirsi: uni su tutti, quello di Pro vita e Generazione famiglia, si intitola «Sarà ancora possibile dire mamma e papà?», e in copertina ha la foto di una ragazza definita «utero in affitto», un ragazzo «venditore del seme», un’altra ragazza «venditrice di ovulo», un genitore 1 e un genitore 2 che sono due uomini. In mezzo a tutti loro campeggia un bambino chiamato «prodotto». All’interno il «prodotto», con tanto di codice a barre sul petto, piange tra i due papà che lo portano in un carrello. Sopra c’è scritto: «Due uomini non fanno una madre». L’ultima pagina del depliant recita: «Noi non vogliamo un mondo in cui la persona è trattata come un prodotto commerciale. Purtroppo, però, se non facciamo nulla questo mondo orribile sarà il tuo».

Chi preferisce le t-shirt può scegliere quella con su scritto «My body, my choise... My responsability, my bill», disponibile in vari colori. Solo in azzurro invece quella con il feto che si succhia un ditino. Numerosi i libri proposti in vendita: si va da «La famiglia è una sola» di Giuliano Guzzo, o anche il temerario «Sposala e muori per lei. Uomini veri per donne senza paura», di Costanza Miriano, o ancora «Mistica della carne. La profondità dei sessi» di Fabrice Hadjadj.

 

LE REAZIONI. «Per dire il valore che questi individui danno alla vita e alla maternità. Il feto, al congresso della famiglia di Verona, diventa un gadget per perorare una battaglia ideologica, che vuole imporre la propria abominevole visione a tutte. Questa robaccia qua è contro il rispetto della vita e della maternità ed è di una violenza raccapricciante. E trova l’appoggio del governo. Più che feto, è feticismo». Lo dichiara la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, commentando il feto in gomma distribuito come gadget al congresso della famiglia.

 

Sulla questione interviene anche Francesca Puglisi, presidente di TowandaDem, l’associazione di donne del Pd: «Come ben sapevamo il cosiddetto Congresso mondiale delle famiglie è in verità un meeting internazionale di gruppi d’odio. La distribuzione di un feto di plastica come gadget conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che i rappresentanti di Governo della Lega, regione Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono i principali sponsor di un incontro di barbari». E conclude:  «Domani saremo migliaia di donne da tutt’Italia per dimostrare che i diritti delle donne non si toccano e soprattutto che le donne di questo Paese sono pronte a togliere la fiducia a chi vuole farle retrocedere in un assurdo Medioevo».

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