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SERRANDE ABBASSATE

Chiude a San Zeno
lo storico
Bar Centrale

Luca Perandini, il gestore del Bar Centrale di San Zeno
Luca Perandini, il gestore del Bar Centrale di San Zeno
Luca Perandini, il gestore del Bar Centrale di San Zeno
Luca Perandini, il gestore del Bar Centrale di San Zeno

Chiude anche il Bar Centrale di San Zeno. L’intero edificio ha un nuovo proprietario e le intenzioni per il futuro puntano ad un progetto unitario, forse ad un bed&breakfast. Luca Perandini, 46 anni, è lo storico gestore: da 18 anni vive le vicende umane che si rincorrono nella storica attività, prima con la sua famiglia e, dal 2007, come titolare della licenza con la moglie Cristina. Questi potrebbero essere gli ultimi mesi di gestione. Di sicuro, se si abbassano le serrande del Bar Centrale di San Zeno, uno dei più vecchi in città ed aperto tutti i giorni dalle 6 a mezzanotte, tranne il giovedì pomeriggio, si romperà una consuetudine che per molti è sentita come «una seconda famiglia», confida Luca. Ci sono i lavoratori, quelli che iniziano e quelli che terminano i turni, i pensionati che escono presto di casa, come quando ancora lavoravano e c’è chi trascorre la giornata al bar con gli amici. E la chiusura del locale sarà come perdere una tradizione, quel senso del passato che si rinnova nel presente e tiene insieme il futuro. Ma tempi e proprietà delle attività non sono le uniche cose che cambiano. «La piazza», dice Luca, «da quando c’è il nuovo parcheggio, non è più come prima. La nuova infrastruttura non funziona: vi sostano una media di 15 auto al giorno, troppo poche. Con la sua costruzione si è perso molto, anche se altrettanto è rimasto e primo fra tutti l’affetto dei clienti. Ma il quartiere non è più come quando ero ragazzo. La sera non c’è nessuno in giro, anche se è rimasto un quartiere tranquillo. Prima dell’attuale sistemazione, la strada che vi passava era molto usata per recarsi in città o verso Borgo Milano. Oggi, tutto questo è irrecuperabile. Va meglio con le manifestazioni, in particolare con il mercato dell’antiquariato che si tiene la prima domenica di ogni mese».

A frequentare il Bar Centrale in piazza Corrubbio sono «soprattutto sanzenati», dice Luca, «ma ci sono anche persone che sono andate ad abitare fuori dal quartiere e puntualmente tornano qui per incontrare gli amici. La maggior parte sono uomini, ma c’è anche qualche donna. È un bar di passaggio, come potrebbe essere un esercizio di “paese”. Si gioca a carte e si commentano i fatti della giornata. Ci sono per lo più persone anziane, i giovani preferiscono altro». Il Bar Centrale di San Zeno è conosciuto non solo in città, ma in tutta la provincia: infatti, è da sempre un luogo «simbolo» del Carnevale veronese. È persino conosciuto più della stessa piazza Corrubbio. Entrare in questo locale, significa tornare indietro nel tempo, con il bancone centrale anni ’70, le sedie in paglia, i tavoli in legno, gli arredi tradizionali. «Se fossi rimasto», rivela Luca, «avrei rimodernato l’arredamento. Era un progetto a cui pensavo. Ma ora, sono alla ricerca di un nuovo locale, magari nel quartiere, anche se credo sia difficile. A San Zeno c’è ancora la cultura del bar e sebbene ve siano circa una ventina, lavorano tutti. Non sono tempi facili, ma si riesce a fare lo stesso qualche consumazione».

Il bar ha pure una funzione di vicinanza con le famiglie, perché «con la frequentazione abitudinaria», spiega Luca, «si percepiscono i cambiamenti nelle persone anziane e quando si capisce che c’è qualcosa che non va, si avvisano i familiari: gli acciacchi dell’età qui si “leggono” con largo anticipo».

Marco Cerpelloni

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