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Il segretario della Fimmg spiega la situazione

Certificati di malattia, dai no-vax boom di richieste ai medici di base, «anche con minacce di azioni legali»

Un medico di base al lavoro
Un medico di base al lavoro
Un medico di base al lavoro
Un medico di base al lavoro

L’incremento c’è e si vede. Poco meno del 20 per cento a livello veneto, e Verona resta i linea con i dati regionali. I numeri parlano chiaro, dal 15 ottobre in poi rispetto ai giorni precedenti c’è stata un’impennata di certificazioni di malattia, con un aumento delle richieste che ha messo in difficoltà i medici di base. Assediati da messaggi su Whatsapp, telefonate e visite improvvisate in studio, ma non solo. Perché c’è anche chi manda email minacciose, pure utilizzando la pec (la posta elettronica certificata).

«Purtroppo i toni in alcuni casi sono assolutamente fuori luogo e diventano intimidatori», l’allarme di Guglielmo Frapporti, segretario provinciale della Fimmg (Federazione dei medici di medicina generale): «un collega ne ha ricevuta una in cui si chiedeva la certificazione con risposta da dare obbligatoriamente entro tre giorni, minacciando altrimenti di denunciare lo stesso medico per omissione di atti d’ufficio. Sempre più persone si fanno assistere da un legale per scrivere queste mail, si vede dal tono delle stesse lettere e dai riferimenti normativi suggeriti per forza di cose da un avvocato, non sono situazioni facili da gestire. Ci occupiamo di circa 50 o 60 casi al giorno tra visite, telefonate, messaggi e posta elettronica, è un carico che mette in evidenza ancora di più la fragilità del sistema».

L’aumento delle richieste è evidente per tutti i medici di medicina generale del territorio. «La settimana scorsa l’incremento è stato notevole, chiamava tantissima gente per sapere come comportarsi, ora la situazione si è un po’ calmata anche se le richieste rimangono, credo che l’aumento sia da stimare attorno al dieci per cento, non di più». Tra l’altro in un periodo in cui sono iniziati i mali di stagione, dalla tosse alla febbre e altro ancora. «Evidentemente cresce anche la morbilità stagionale con tutte le patologie che conosciamo», va avanti Frapporti, «e come medici di base non possiamo misurare tutto, se un paziente ci dice di essere stato male durante la notte come si può verificare? Altre situazioni le possiamo misurare direttamente, come la pressione, la presenza di un’eventuale bronchite o altro ancora, ma è difficile: il nostro rapporto si basa sulla fiducia reciproca, noi crediamo ai nostri pazienti e loro credono a noi, ma così questo rapporto rischia di rompersi, è un momento abbastanza critico per noi. Sulle esenzioni per il vaccino abbiamo parametri rigidi a cui attenerci e quelle sono molto poche. Il rischio? Ci sono persone che decidono di cambiare medico ma sono una piccola parte, cambia poco perchè il modo di agire e di comportarsi è comune all’interno della nostra categoria».

Guglielmo Frapporti, segretario della Fimmg provinciale
Guglielmo Frapporti, segretario della Fimmg provinciale

Ma c’è anche chi riesce a convincere i pazienti. «È capitato a colleghi ed anche a me, una persona chiedeva la certificazione ma non potevo concederla, credo di averle sentito dire mentre usciva che avrebbe prenotato presto il vaccino. Noi tamponi non ne facciamo, ci sembra una scappatoia dall’unica strada che riteniamo valida per uscire da questo lungo periodo di lotta al virus, la vaccinazione», conclude il segretario provinciale della Fimmg. «Stiamo perdendo anche rapporti che durano da 30 anni, ma non possiamo fare diversamente». 

Luca Mazzara

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