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Caso Citrobacter, altre due denunce

L’ingresso dell’ospedale della Donna e del Bambino al Polo Confortini
L’ingresso dell’ospedale della Donna e del Bambino al Polo Confortini
L’ingresso dell’ospedale della Donna e del Bambino al Polo Confortini
L’ingresso dell’ospedale della Donna e del Bambino al Polo Confortini

Il procuratore della Repubblica Angela Barbaglio l’aveva detto già pochi giorni fa: «I casi di neonati infettati da Citrobacter sono molti di più», vedi L’Arena del 4 settembre scorso. Sono bastati una decina di giorni e la profezia si è avverata. Ieri mattina l’avvocato Guariente Guarienti ha depositato in procura altre due denunce di genitori di bimbi nati prematuri e infettati dal batterio nel reparto di terapia intensiva neonatale di borgo Trento. Ora sul tavolo del pm Schiaffino, ci sono sei querele da esaminare tra le quali anche quelle di due bimbi deceduti. Nella denuncia depositata ieri, si ipotizzano le accuse di lesioni oltre che di epidemia colpose. Si tratta di un reato che fino ad oggi è stato trattato molto raramente nei tribunali del nostro paese. Fino ad oggi, i due piccoli non lamentano sintomi di malessere, riconducibili al batterio. I genitori, però, hanno voluto coprirsi le spalle in quanto i pediatri hanno spiegato loro che bisogna attendere un anno prima di sapere se l’infezione ha provocato danni alla salute dei loro figli. Di più: gli stessi pediatri dei due piccoli non hanno fornito alcuna indicazione terapeutica in questo periodo. A chi tra i genitori, ha chiesto se era opportuno somministrare l’antibiotico al proprio piccolo, il medico ha risposto che per quel farmaco ci sono controindicazioni per i neonati ed è, quindi, meglio soprassedere. I fatti descritti nella denuncia risalgono al maggio scorso quando i due piccoli sono stati dati alla luce all’Ospedale della donna e del bambino a Borgo Trento. Subito dopo la loro nascita, i due nati prematuri sono stati ricoverati nel reparto di terapia intensiva neonatale di borgo Trento dalla quale sono stati dimessi rispettivamente dopo 15 e 28 giorni. Nella denuncia, i genitori sottolineano che la lettera di dimissioni dei loro piccoli era generica. Richiedeva di svolgere dei tamponi prima ogni due giorni poi scivolati a periodi di intervallo sempre più lunghi fino ad un mese. Secondo la denuncia, preparata dall’avvocato Guarienti, i genitori dei piccoli sono venuti a sapere dell’infezione del Citrobacter solo dopo aver letto la notizia sui giornali. Negli articoli, si parlava, tra l’altro, di eventuali responsabilità dei dirigenti del reparto ospedaliero di borgo Trento. E solo dopo la lettura di quei pezzi, i denuncianti sono venuti a conoscenza dei numerosi casi d’infezione che hanno interessato i piccoli nati in quel reparto. I genitori dei due bimbi, poi, sono rimasti colpiti dalle conclusioni della relazione regionale, resa pubblica il 2 settembre. Prima di tutto, riporta ancora la querela, appare incomprensibile che non si sia corso subito ai ripari nonostante il primo dei quattro decessi a causa dell’infezione da Citrobacter, risale al novembre del 2018. Si è proceduto alla chiusura del reparto solo il 12 giugno scorso a più di un anno e mezzo dalla morte del bimbo . Ha impressionato i genitori anche il numero dei neonati infettati dal batterio pari al 33,6% dei nati nei primi mesi del 2020. «Leggerezza, incompetenza, sottovalutazione del problema?» è l’inquietante, conclusivo interrogativo posto nella querela dai genitori. •

Giampaolo Chavan

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