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BACANAL NELLA BUFERA

Carnevale, tutti
condannati
Chiesti 94mila euro

Il cortile del Palazzo di Giustizia. La sentenza è stata pronunciata nel pomeriggio
Il cortile del Palazzo di Giustizia. La sentenza è stata pronunciata nel pomeriggio
Il cortile del Palazzo di Giustizia. La sentenza è stata pronunciata nel pomeriggio
Il cortile del Palazzo di Giustizia. La sentenza è stata pronunciata nel pomeriggio

Proprio nel giorno della festa del Bacanal la doccia fredda arriva da Palazzo di Giustizia. Sotto indagine erano finite le domande presentate al Comune nel 2012 e nel 2013 con le quali venivano chiesti contributi per le spese sostenute dal Comitato organizzatore del Carnevale.

E ieri pomeriggio il giudice Laura Donati, oltre a condannare i membri del vecchio Bacanal, ha disposto la «confisca diretta nei confronti del Comitato di 37.965 euro in relazione alla «indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato» (reato per il quale sono stati condannati D’Agostino e Simoncelli) e di ulteriori 57mila euro relativamente al reato di «malversazione a danno dello Stato» (riferito a tutti). Poi le condanne inflitte a Luigi «Ginetto» D’Agostino (1 anno e 4 mesi, rispondeva anche di aver emesso due fatture per complessivi 15.580 euro a favore della Giamacla, per operazioni inesistenti), Roberto Simoncelli (8 mesi), Walter Broffoni (6 mesi), Marco Carazza (4 mesi e 20 giorni), Andrea Perina e Roberto Cazzanelli (entrambi a tre mesi e 10 giorni), tutti difesi dall’avvocato Massimo Galli Righi. La pena è sospesa ma qualora il denaro non fosse completamente presente nelle casse del Comitato saranno gli imputati a versare la somma mancante.

L’ACCUSA. Originariamente il sostituto procuratore Beatrice Zanotti aveva iscritto i componenti del Bacanal del Gnoco per l’ipotesi di truffa aggravata ai danni del Comune di Verona. Sotto esame erano finiti i bilanci firmati da D’Agostino, in qualità di legale rappresentante del Comitato, e Broffoni, vice cassiere e vice segretario, non rispondenti alla realtà e gli allegati, ovvero le fatture e la documentazione contabile che si riferivano a spese non ammissibili a contributo, o falsi documenti di costo (le schede carburante compilate ad hoc e materialmente effettuate da Simoncelli, Carazza, Perina e Cazzanelli).

In particolare, e su questo le opposizioni in consiglio comunale avevano sollevato perplessità, tre cene a «Il Fiore» di Peschiera, «Maria Callas» di Verona e al «Circolo Ufficiali» che, sostenne la procura, di fatte erano state fatte pagare ai commensali ma il comitato omise di indicare la percezione, a titolo di sponsorizzazione da privati, di 39.784 euro per il 2012 e di 37.965 euro per il 2013. Per il pm la Commissione paritetica del Comune fu tratta in inganno e il Comitato percepì «l’indebito contributo di 112.050 euro per anno», recita l’imputazione.

CARBURANTI E PRELIEVI. Lungo e vario l’elenco degli indebiti rimborsi, a cominciare dal carburante acquistato per uso personale e messo in conto al Bacanal (2.895 euro a Simoncelli, 750 euro a Broffoni, 1.420 a Perina, 570,60 a Carazza e 360 a Cazzarelli). A questi si aggiunsero poco meno di 3.000 euro per acquisti alle Poste e a Fnac Cafè. C’era anche un rimborso per le spese sostenute dal Comitato Carnevalesco S. Sefano (di 10.139 euro) soggetto diverso dal Comitato per il Carnevale. Nel 2013 l’elenco prosegue, e oltre a poco più di 7mila euro incamerato da cinque distinti comitati carnevaleschi minori si aggiungono 8.550 euro prelevati allo sportello. Spese e rimborsi non legittimi anche per il Bacanal del Gnoco: nel 2012 furono poco più di 27mila euro le spese non giustificate, nel 2013 invece oltre a ricariche telefoniche e a prelievi di contanti per 22.460 euro, nel conto finirono spese sanitarie, acquisti in negozi di ottica, pneumatici e pagamenti a due case di Cura. E tutto finì nel fascicolo del pm.

Fabiana Marcolini

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