<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Giornalista de L'Arena

Camilla Ferro vince
il Premio Bellinetti
per le inchieste

.
La giornalista Camilla Ferro
La giornalista Camilla Ferro
La giornalista Camilla Ferro
La giornalista Camilla Ferro

Camilla Ferro, giornalista de L'Arena, è la vincitrice del Premio Michelangelo Bellinetti 2020, dedicato al giornalismo d’inchiesta e intitolato allo scomparso caporedattore. Altre due giornaliste venete, Romina Gobbo e Anna Milan hanno ricevuto una segnalazione di merito. I riconoscimenti sono stati consegnati oggi a Rovigo, nella Sala Arazzi dell’Accademia dei Concordi.

 

Il concorso, alla sua seconda edizione, è stato promosso dall’Ordine dei Giornalisti del Veneto, in collaborazione con il Consiglio di Disciplina e d’intesa con la famiglia Bellinetti. Di alta qualità le inchieste, pubblicate nel corso del 2019, giunte al tavolo della giuria, presieduta da Gianluca Amadori, con la partecipazione di Claudio Baccarin, Orazio Carrubba, Maria Fiorenza Coppari, Antonino Padovese, Andrea Priante (vincitore della prima edizione) e Giuseppe Pietrobelli.

 

Ecco la motivazione del premio: «Camilla Ferro, redattrice de “L’Arena di Verona”, segue con intensa partecipazione e rigore professionale la vicenda del piccolo “Marco”, bimbo strappato alla famiglia affidataria e ai nonni da un provvedimento dei Tribunale dei minori. La giornalista narra con puntualità tutto lo sviluppo della vicenda, dal dicembre 2018 al luglio 2019, quando la Corte d’Appello di Venezia revoca lo stato di abbandono del minore e la sua adottabilità, ripristinando la possibilità del bimbo di ritrovare l’affetto dei suoi cari. L’inchiesta ha ampia risonanza e muove l’opinione pubblica. Camilla Ferro ha scavato nella storia di Marco senza retorica e con il dovuto rispetto, con la sensibilità che le deriva dall’ampia esperienza di cronista che incontra disagio, marginalità sociale, sofferenza. Senza la sua puntuale narrazione probabilmente quello di Marco sarebbe stato solo un misconosciuto caso di ordinaria rigidità burocratica e di straordinario dolore familiare».

Suggerimenti