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Buona Pasqua anche a Greta e chi l’ascolta a bocca aperta

El pistór Rino - scrive la Olga - dàndome el scartòsso del pan, «Buona Pasqua, sióra» mi ha detto. «Altretànto a lu» ho risposto. «Anca a so marì» ha aggiunto. «Anca al suo», mi è scappato di dirgli. A forza di fare e di ricevere auguri, mi sono confusa. El Rino, nonostante la nuova tendenza, l'è ancora sposà co 'na dòna, la Maria pistóra, ma ormai ero per strada e non mi andava di tornare indietro. Per dirgli cosa, poi? Che mi ero sbagliata? Magari, tutto indaffarato com'era a far scartòssi, non mi aveva neanche sentito. E se invece mi avesse sentito, pace. Rientrata a casa, mi sono chiesta a chi, fuori delle conoscenze dirette, potessi fare gli auguri. E mi sono detta che merita un "Buona Pasqua" speciale quella buteléta svedese, la Greta, un po' Heidi e un po' Pippi Calzelunghe, che fa berna a scuola - e invita tutti gli studenti a fare altrettanto - per predicare in giro per il mondo contro i cambiamenti climatici e bacchettare i potenti che la ascoltano a bocca aperta. Grazie a 'na spissaióna di sedici anni, la Terra tornerà a essere quella che era prima che ci fossero le industrie, le auto, gli aerei, gli impianti di riscaldamento e gli smartphone. Avremo un mondo pulito e vegano popolato da mussi perché, non andando a scuola, i ragazzi di oggi, diventati adulti, non potranno che ragliare. Se potessi parlare a Greta le direi: «Buteléta, te sì un prodóto del mondo che te vol roersàr. Mètete chièta ché co le to ciàcole no se impasta che frìtole demagogiche». Un augurio speciale mi sento di farlo anche a questo governo che è come il coro "La Malintesa" de San Pieréto de Sora in cui ognuno va per conto suo, e che pèzo el fa, più va su nei sondaggi, a dimostrazione che ci vorrebbe una Greta che mettesse a posto le cose anche in politica e magari anche nella testa della gente. Un augurio specialissimo va ai pensionati che, come me e il mio Gino, si sono visti rosegàr la pensión dai ràti che gh'è al governo. «Tegnì duro - ve digo - parché la andarà sempre pèzo e sarì sempre voaltri a smenàrghe». Infine un solidale augurio di Buona Pasqua a quel parroco di un paesino della Romagna che gh'è cascà le campane propio ancó e festeggerà la Resurrezione suonando la tromba. •

Silvino Gonzato

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