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La mamma denuncia: «Qualcuno pagherà»

Batterio killer,
un altro bimbo
morto a Verona

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L'ingresso dell'Ospedale della donna e del bambino
L'ingresso dell'Ospedale della donna e del bambino
L'ingresso dell'Ospedale della donna e del bambino
L'ingresso dell'Ospedale della donna e del bambino

Piange il suo bambino dal 29 marzo. Piange tutti i giorni, da due mesi, perché «non doveva andare così», perché «c’è la sua cameretta di là ancora da montare, ma non ce la faccio», piange perché «gli hanno negato il diritto alla salute», perché «era nato sano, come la sua gemella che è rimasta ora l’unico motivo per cui ha un senso stare al mondo, aveva solo bisogno, come lei, di un po’ di “rinforzi“ essendo venuti al mondo un po’ prima del termine, alla trentatreesima settimana...».

 

Piange perché «ci dicevano che erano i neonati più forti della terapia intensiva neonatale di Borgo Trento, che bastava poco e li avrebbero mandati a casa in fretta, ma non è andata così, e Dio solo sa quanto mi lacero al pensiero che ce l’ho portato io lì a nascere e a morire». Piange e parla, «perché adesso anche io, dopo che l’ha fatto la mamma di Nina, anche se ho il cuore rotto perché è successo da poco, voglio denunciare». Denunciare che anche il suo Tommaso, come Nina, è morto per il Citrobacter all'Ospedale della donna e del bambino di Borgo Trento. «Il batterio c'era da tempo e nessuno ha fatto nulla, per questo qualcuno pagherà».

 

L'articolo completo su L'Arena in edicola

 

Camilla Ferro

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