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«Autonomia nel 2020 Infrastrutture e treni? Il Veneto è strategico»

Ultimo giorno a Veronafiere per l’edizione numero 212 di Fieracavalli che ha portato negli stand più di duemila cavalli di sessanta razze provenienti da 25 PaesiIl ministro Federico D’Incà a Fieracavalli, a destra, con il presidente di  Veronafiere Maurizio Danese
Ultimo giorno a Veronafiere per l’edizione numero 212 di Fieracavalli che ha portato negli stand più di duemila cavalli di sessanta razze provenienti da 25 PaesiIl ministro Federico D’Incà a Fieracavalli, a destra, con il presidente di Veronafiere Maurizio Danese
Ultimo giorno a Veronafiere per l’edizione numero 212 di Fieracavalli che ha portato negli stand più di duemila cavalli di sessanta razze provenienti da 25 PaesiIl ministro Federico D’Incà a Fieracavalli, a destra, con il presidente di  Veronafiere Maurizio Danese
Ultimo giorno a Veronafiere per l’edizione numero 212 di Fieracavalli che ha portato negli stand più di duemila cavalli di sessanta razze provenienti da 25 PaesiIl ministro Federico D’Incà a Fieracavalli, a destra, con il presidente di Veronafiere Maurizio Danese

Autonomia del Veneto «entro il primo semestre 2020». Sviluppare il trasporto ferroviario e realizzare infrastrutture stradali «sostenibili e con i giusti costi». Mondiali di sci a Cortina 2021 e Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina «grande vetrina per il Paese e il Veneto. Sono in stretto contatto con il mio collega allo sport Spadafora». Verona? «È un crocevia commerciale nevralgico per il nord Italia e per il Veneto. Questo Governo crede molto nel nord Italia e nelle nostre imprese. Noi vogliamo svilupparne le potenzialità come sistema Italia nei confronti dell’estero». Entra deciso sui temi caldi del Veneto - la sua regione, essendo lui bellunese - il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, 43 anni, del Movimento 5 Stelle. È il primo ministro del Governo giallorosso Conte a giungere a Fieracavalli e in Fiera - «spero che a Verona ne vengano tanti», dice - che all’inaugurazione peraltro aveva visto presente il sottosegretario alle politiche agricole e forestali Giuseppe L’Abbate, pure del 5 Stelle. Alto più uno e 90, fisico da corazziere, accolto all’ingresso di Fieracavalli dal presidente di Veronafiere Maurizio Danese, D’Incà dice di sentirsi a casa propria a Fieracavalli, che si conclude oggi. «Sono nato e cresciuto in questa rassegna, vi ho partecipato per dieci anni, e mio padre addirittura per venticinque anni con uno stand. È una bellissima manifestazione di un grande settore, come quello equestre, importantissimo per l’Italia e il Veneto». Sulla tenuta del Governo Pd-5 Stelle-Leu-Italia Viva, D’Incà non ha dubbi: «Andrà avanti, ne sono convinto, perché stiamo facendo un ottimo lavoro. La legge di bilancio sta arrivando nell’aula del Senato: ci sono sei decreti di conversione, io faccio il ministro dei Rapporti con il Parlamento e non vedo problemi in Parlamento, anzi vedo una maggioranza coesa». Chiaro che, dopo quanto ha ribadito a Fieracavalli il presidente della Regione Luca Zaia, leghista, promotore del referendum di due anni fa con il quale 2,3 milioni di veneti ha detto che su 23 materie vogliono pieni poteri rispetto a Roma, il Veneto punta all’autonomia. Che però rallenta. «Sul tema mi confronto quotidianamente con il ministro Francesco Boccia, vogliamo assolutamente chiuderlo nel corso del prossimo anno, nel primo semestre. Ciò per dare una dimostrazione di discontinuità rispetto al passato, per trovare una soluzione che sia giusta per tutto il Paese». Come sottolinea D’Incà, «vogliamo che l’autonomia diventi un segnale di efficienza e per questo bisogna trattarlo come un argomento importante attraverso una cornice legislativa prima e poi attraverso una giusta autonomia, in modo che il Paese sia coeso e abbia la capacità di poter parlare di costi standard, di fabbisogni standard, di tematiche reali». Il 5 Stelle punta a una sviluppo sostenibile. Resta il nodo di come questo possa coniugarsi con le infrastrutture stradali e ferroviarie, Tav in testa, che peraltro questo Governo ha detto di voler portare avanti. «Non servono opere faraoniche, ma queste devono essere utili alle imprese e ai cittadini, al giusto costo». Ecco allora che la quarta corsia della A4 Brescia-Padova collegata al Valdastico è «tema importante, che stiamo verificando», ma poi in questo momento «ci interessa anche lo sviluppo ferroviario, in tunnel del Brennero da aprire nel 2026». •

Enrico Giardini

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