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Autonomia e Tav, l’urlo di Salvini

Il vicepremier Matteo Salvini alla Festa della Lega di Oppeano ha parlato davanti a circa quattromila persone FOTOSERVIZIO DIENNE
Il vicepremier Matteo Salvini alla Festa della Lega di Oppeano ha parlato davanti a circa quattromila persone FOTOSERVIZIO DIENNE
Il vicepremier Matteo Salvini alla Festa della Lega di Oppeano ha parlato davanti a circa quattromila persone FOTOSERVIZIO DIENNE
Il vicepremier Matteo Salvini alla Festa della Lega di Oppeano ha parlato davanti a circa quattromila persone FOTOSERVIZIO DIENNE

Fiducioso sull’autonomia del Veneto, nonostante gli ostacoli a 5 Stelle... «Arriverà». Deciso sulla Tav e sulla Pedemontana veneta: «Si devono fare». Senza paura sugli obiettivi del Governo e «l’Europa ci lasci fare investimenti e ridurre le tasse». Matteo Salvini dà la linea. E il popolo di Oppeano, nella Bassa, roccaforte leghista veronese, tributa al segretario federale del Carroccio, ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, un’ovazione. Le frontiere? «Sono stato dal presidente del Friuli Fedriga fa e ho mandato poliziotti ed esercito per controllare anche il confine via terra. Se basteranno i poliziotti bene, altrimenti metteremo anche barriere di protezione fisiche al confine con la Slovenia». Alla festa leghista negli impianti sportivi del Comune della Bassa circa quattromila persone accolgono il leader del partito che ha conquistato il 34 per cento alle elezioni europee del 26 maggio scorso, con il 50 per cento in Veneto e nella provincia di Verona. Salvini arriva con la compagna Francesca Verdini. Accolto dal sindaco di Oppeano Pierluigi Giaretta, leghista, dal consigliere regionale e già sindaco Giancarlo Montagnoli. Presenti il neoministro agli Affari europei e commissario regionale della Lega Lorenzo Fontana, il presidente della Regione Luca Zaia e il sottosegretario alla Salute Luca Coletto, il sindaco scaligero Federico Sboarina, l’assessore e vicecommissario provinciale Nicolò Zavarise. E poi parlamentari, sindaci, militanti. È un’immersione totale nell’humus politico classico del Carroccio. Che mette da parte per un po’, se possibile, il caso dei presunti fondi russi al partito, che sta scuotendo la Lega. Certo, pesano i rapporti politici sempre più tesi con l’alleato di Governo, il Movimento 5 Stelle. «Autonomia e Tav? Sono fondamentali, ma bisogna muoversi», attacca Salvini, anche a margine del suo comizio. «Per l’autonomia bisogna premiare chi merita ed eliminare le inefficienze e tagliare gli sprechi. Ma sono fiducioso». E vicino a lui Zaia aveva ribadito: «L’autonomia è stata votata da due milioni 320mila veneti ed è una necessità, perché vuol dire modernità, mentre il centralismo vuol dire tornare al medioevo e in veneti ne hanno piene le p...di aspettare», dice, davanti al presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti. Salvini poi difende e spada tratta la Tav ferroviaria, per tanto tempo sotto la spada di Damocle dell’analisi costi-benefici voluta dal ministro pentastellato alle Infrastrutture e ai Trasporti, Danilo Toninelli. «L’alta velocità sulla linea Brescia-Verona-Vicenza-Padova è l’altro grande obiettivo ed è già troppo in ritardo e si è già perso tempo con l’analisi costi-benefici. Si lavori, dunque, si lasci che la gente lavori e si muova». Salvini, al quarto anno a Oppeano, brinda «con una grappa alla salute di Carola Rackete, la capitana... Piuttosto, grazie a tutti i volontari delle Lega, il Pd deve andare a cercarli nei centri per rifugiati, i volontari». Ricorda i risultati dei maggiori aiuti e dei maggiori mezzi per le forze dell’ordine nell’ambito del decreto sicurezza. Le prossime elezioni regionali, l’anno prossimo? «Siamo orgogliosi intanto di come stiamo amministrando la Regione Veneto, una delle Regioni meglio amministrate d’Europa», dice Salvini. «L’anno prossimo si vota e io da cittadino farei carte false per avere Luca Zaia come governatore. Da chi sarà composta la squadra lo vedremo. Intanto io ringrazio i governatori, i sindaci, i consiglieri e gli amministratori della Lega perché in tutta Italia non saremmo alle percentuali in cui siamo senza di loro». Europa tasto dolente. «Gli europei continuano a escluderci, nel senso che e prime nomine che hanno fatto, dalle presidenze alle vicepresidenze, agli italiani le hanno date al Pd, a Forza Italia, a Fratelli d’Italia, al 5 Stelle, ma hanno escluso soltanto una forza politica, che è la più votata in Europa, e cioè la Lega. Evidentemente hanno paura, ma noi siamo ben determinati a cambiare questa Europa». Come cambiare? «Su alcuni provvedimenti serve l’unanimità di tutti i Governi, come per esempio sull’approvazione del bilancio. In questo momento il voto dell’Italia non c’è, perché il bilancio dell’Europa nei prossimi anni prevede il taglio di tre miliardi per gli agricoltori italiani e io un bilancio così non lo voterò mai. E siccome loro hanno bisogno del nostro voto, o cambiano o si attaccano...». Sulle politiche dell’immigrazione «abbiamo dimostrato che ce la possiamo cavare anche da soli». E ora agli Affari europei c’è il ministro Fontana...«Sono molto contento. Lorenzo è un amico. E comunque: Verona ha il ministro alle politiche europee, Vicenza ha il ministro Erika Stefani all’autonomia e quindi il Veneto è molto ben presidiato». E Fontana, fino a pochi giorni fa alla Famiglia, rilancia: «I cittadini del Veneto vogliono cambiare, con l’autonomia». Dopo il braccio di ferro sulla Tav, con i 5 Stelle è ancora scontro. Salvini chiude e inizia a piovere. •

Enrico Giardini

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