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SANITÀ

Assistenza «a minuti» sindacati già in trincea

L'Ulss 4 Vicentina ha introdotto il minutaggio in Chirurgia e il Nursind va dal prefetto. Le Rsu veronesi: «Temiamo sorprese»
Un'infermiera in corsia
Un'infermiera in corsia
Un'infermiera in corsia
Un'infermiera in corsia

La Regione non modifica il suo cronoprogramma: la contestata delibera che determina - sulla base di dati e algoritmi - il fabbisogno dei tempi standard del personale non medico (in altre parole, i minuti che infermieri e operatori sociosanitari potranno dedicare a ciascun ricoverato) deve essere applicata in tutti gli ospedali veneti entro la fine dell'anno. Qualche manager già si è attivato. Il direttore dell'Ulss4 Alto Vicentino ha deciso di applicare l'assistenza cronometrata nel dipartimento chirurgico dell'ospedale di Santorso e immediata è stata la risposta del Nursind, sindacato degli infermieri. Secondo il segretario provinciale, Andrea Gregori, l'applicazione ha comportato «un pesante declassamento della qualità del servizio e creato un'insostenibile condizione per i lavoratori». E per questo ha chiesto al prefetto di convocare il tavolo di conciliazione.A Verona a che punto siamo? «La trattativa specifica sull'applicazione della delibera non è cominciata, ma siamo con le antenne alzate e preoccupati», spiega Marco Nundini, coordinatore delle Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata, a giudizio del quale il primo scoglio da superare «sarà quello della definizione delle cosiddette aree omogenee, processo in parte già fatto ma che dovrà essere necessariamente ottimizzato. Un esempio, per comprendere meglio: la Chirurgia del pancreas è inserita nell'area Chirurgia generale, ma l'assistenza di cui necessita un paziente operato di tumore al pancreas non è certo paragonabile a quella di chi ha subito l'intervento a un' ernia».Seconda obiezione del rappresentante sindacale: «Per arrivare a quantificare il fabbisogno di assistenza in ogni area omogenea si è tenuto conto della presenza degli operatori sociosanitari, ma anche in questo caso bisognerà fare dei precisi distinguo. L'impegno di un Oss in una Rianimazione è minimo, rispetto a una lungodegenza. La nostra attenzione sarà quindi alta, non vogliamo trovarci di fronte sorprese».Incalza Nundini: «L'applicazione della delibera cade in un periodo difficile. Da un lato l'innalzamento dell'età media degli operatori sanitari, che non vengono sostituiti; dall'altro la tendenza - che registriamo a tutti i livelli - a non condividere le decisioni. Ma un provvedimento così importante, che riguarda da vicino la qualità dell'assistenza ai pazienti, non può essere calato dall'alto. A fine percorso non vorremmo che qualcuno ci dicesse che l'organico è magicamente in sovrannumero». oP.COL.

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