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Arsenale, si riparte da zero

La seduta del Consiglio comunale di ieri sera FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’Arsenale
La seduta del Consiglio comunale di ieri sera FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’Arsenale
La seduta del Consiglio comunale di ieri sera FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’Arsenale
La seduta del Consiglio comunale di ieri sera FOTO MARCHIORIL’ingresso dell’Arsenale

Arsenale: si riparte da zero. Il Consiglio comunale ha infatti approvato con 27 voti favorevoli (su 37 consiglieri) la delibera di revoca della dichiarazione di pubblica utilità (delibera 68 del 30 novembre 2016) del progetto di recupero in project financing dell’ex complesso asburgico, su cui ha presentato una proposta Italiana Costruzioni. In pratica stop al project. E la società ha già annunciato azioni legali.

Hanno votato a favore i consiglieri di maggioranza di Battiti Verona Domani, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Verona pulita, oltre che, per la minoranza, il Pd (Elisa La Paglia e Federico Benini), Verona Civica (Tommaso Ferrari) e Verona e Sinistra in Comune (Michele Bertucco), e Alessandro Gennari del M5S. Non hanno partecipato al voto Marta Vanzetto, capogruppo 5 Stelle - dunque spaccatosi -, Flavio Tosi e Alberto Bozza, della Lista Tosi, Patrizia Bisinella e Paolo Meloni di Ama Verona.

In apertura di seduta era stato l’assessore all’urbanistica Ilaria Segala a esporre le motivazioni della revoca. «Sono emersi elementi che ci inducono a una riconsiderazione sul suo effettivo interesse pubblico. L’Amministrazione inoltre deve realizzare un altro importante intervento di conservazione monumentale dell’Arena e sono sopravvenute ulteriori esigenze di interventi urgenti per manutenzione stradale». Qui verranno impiegati i 14,5 milioni di contributo pubblico, entro fine 2017. L’Amministrazione ha deciso così per non rischiare di non poterli ridestinare in tempo.

«La revoca in oggetto non implica però l’intenzione, da parte di questa Amministrazione, di non provvedere al recupero del compendio dell’ex Arsenale», ha concluso la Segala. «È ormai prossimo infatti l’avvio del primo stralcio del ripristino delle coperture del compendio, in attesa di un più ampio intervento di recupero complessivo».

Alla votazione non era presente il sindaco Federico Sboarina. La motivazione è stata che se avesse votato ci sarebbe potuto essere un vizio di legittimità delle delibera in quanto Italiana Costruzioni ha già una causa pendente contro Sboarina - citato anche personalmente, non solo quindi come rappresentante legale del Comune - per gli atti che aveva firmato appena insediato. Subito dopo l’esposizione della Segala ha lanciato un altolà la Vanzetto, del M5S, che pur sottolineando «di essere stata sempre contraria al project», ha detto che «né nella delibera di revoca e neppure tra gli allegati esiste un solo parere né pro veritate né degli affari legali che motivi la legittimità delle revoca. Ed è paradossale che la Giunta, pur a favore della revoca, abbia scelto di non compiere l’atto politico di esprimersi su questa vicenda; manca la delibera di Giunta e qualsivoglia atto di indirizzo». La motivazione dell’assenza di Sboarina, secondo Tosi, che ha proposto inizialmente lo stralcio o il rinvio della delibera «è una panzana. La verità è che il sindaco e gli assessori hanno scaricato del tutto la responsabilità di questo voto sul Consiglio comunale».

«È curioso che il M5S, a parole contrario a proseguire sul progetto attuale, non vorrebbe votare il punto per presunti dubbi di ammissibilità della delibera», dice Paolo Rossi, di Battiti Verona Domani, «alla faccia delle coraggiose battaglie a favore del pubblico interesse». Netta presa di posizione per la revoca da parte di Michele Bertucco: «Questa era una delibera di Consiglio e non richiedeva il voto degli assessori e comunque i pareri favorevoli dei dirigenti ci sono tutti. Certo», dice riferendosi a Italiana Costruzioni, «ravvisare la possibilità di dolo nei confronti di consiglieri chiamati a esprimersi su una delibera vagliata e approvata dagli uffici tecnici, equivale a una velata intimidazione». Elisa La Paglia, del Pd: «Negli anni scorsi mai c’è stato un vero confronto da parte della scorsa amministrazione, il che si auguriamo cominci subito».

Patrizia Bisinella, di Ama Verona, ha definito «illegittima e priva di fondamento la revoca», invitando i consiglieri «a fare molta attenzione per le possibili conseguenze di questo voto, anche per le richieste di indennizzo o risarcimento che potrebbero arrivare al Comune se Italiana Costruzioni vincesse il ricorso. Il project si poteva anche integrare, ma dava una risposta al degrado dell’Arsenale». Intervenuti pro-revoca Paola Bressan, di Battiti Verona Domani, «l’Arsenale va riqualificato, ma va riequilibrato il rapporto pubblico-privati», e Vito Comencini, capogruppo della Lega Nord. E sull’Arsenale la guerra continua.E.G.

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