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«Arena stupenda, tornerò a Verona»

Al suo arrivo sul palco reale, il Capo dello Stato Sergio Mattarella saluta il pubblico dell’Arena FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI
Al suo arrivo sul palco reale, il Capo dello Stato Sergio Mattarella saluta il pubblico dell’Arena FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI
Al suo arrivo sul palco reale, il Capo dello Stato Sergio Mattarella saluta il pubblico dell’Arena FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI
Al suo arrivo sul palco reale, il Capo dello Stato Sergio Mattarella saluta il pubblico dell’Arena FOTOSERVIZIO DI GIORGIO MARCHIORI

Mancano venti minuti all’una di questa mattina e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esce dall’Arena, al gate 4, tra gli applausi. «L’Arena di Verona rende affascinante ogni rappresentazione e questa è stata un’esecuzione della Traviata di straordinaria bellezza, di grande livello artistico, sotto ogni profilo, dalla splendida direzione d’orchestra al soprano agli altri cantanti, dal coro alle danze. Una scenografia magnifica», dice il Capo dello Stato, «e tutto questo è stato un ricordo eccellente del maestro Zeffirelli, un modo per ricordarlo veramente come gli sarebbe piaciuto». All’ingresso di Mattarella, in Arena, per la «prima» l’applauso dei 13.500 spettatori. Tutto esaurito. L’enorme bandiera tricolore retta dai coristi della Fondazione lirica, davanti alla scenografia della «Traviata» di Giuseppe Verdi, firmata da Franco Zeffirelli. L’atmosfera unica dell’anfiteatro romano, con l’ala illuminata protettrice, al calar del sole. Dagli spalti, mentre sale le scale per raggiungere il palco reale, un grido: «Viva Mattarella, viva l’Europa». Ricambia con un saluto Mattarella, in smoking, vicino alla figlia Laura, in abito blu, che lo accompagna. Gli arriva anche una frase da uno spettatore: «Mattarella, che Dio ti benedica!». Verona salotto d’Italia, nella notte della «prima» del novantasettesimo Opera Festival in Arena, in diretta su Rai1 e in mondovisione. Salotto d’Europa, come invoca il pubblico. Riconoscendo nella lirica, nella musica d’autore, nel bimillenario catino di pietra, e nel videotributo al Maestro Zeffirelli da poco scomparso, i valori comuni dell’arte. Che non ha e non può avere confini né muri. E deve aiutare, se ci fossero, ad abbatterli. In un sentire comune che si fonda sulla pace. Perché la tanto bistrattata e certo migliorabile vecchia Europa, in fondo, la pace l’ha garantita, negli ultimi 74 anni. E non è poco. Così per una notte - con Zeffirelli a vegliare dall’alto - Verona è anche il salotto del mondo. E l’inno nazionale, cantato dai coristi e dal pubblico, contribuisce a queste emozioni. Mattarella era arrivato alle 21.05 di ieri, accolto all’esterno del dell’ingresso 4 dal sindaco Federico Sboarina, dal presidente della Provincia Manuel Scalzotto, dal prefetto Donato Cafagna e dall’assessore regionale alla cultura Cristiano Corazzari. Poi sale sul palco reale, dove ha a fianco tra gli altri il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, i ministri Giovanni Tria, Erika Stefani, Lorenzo Fontana, Alberto Bonisoli e altre autorità. Emozionato, Sboarina: «È un grande onore avere qui il presidente Mattarella per questa “prima” del grande Zeffirelli, in mondovisione. Ringrazio la Rai». «La traviata» inizia e sull’Arena cala la prima oscurità. La serata areniana di Mattarella è scandita da numerosi incontri, durante gli intervalli. Nel primo con il Consiglio di indirizzo della Fondazione Arena, di cui è presidente Sboarina. Ci sono Flavio Piva, Paolo Bedoni, Gabriele Maestrelli, Giuseppe Riello, Marilisa Allegrini. «Presidente, ci ha fatto un grande regalo», dice Sboarina. «La sua presenza qui è un orgoglio per tutta la città e un grande sprone per Fondazione Arena a fare ancora meglio. Verona e l’Arena le hanno riservato una calorosa accoglienza». Mattarella parla a lungo con il sindaco del rilancio dell’Arena. In questo incontro c’è anche Leonardo Zoccante, il medico direttore del Centro regionale Autismo dell’ospedale di Borgo Trento, incontrato da Mattarella nel novembre scorso. Zoccante porta i saluti delle persone con autismo seguite a Verona e ringrazia Mattarella per avere esposto il quadro di Diego Salezze, autistico, durante la diretta televisiva del saluto di fine anno. E Mattarella esprime grande apprezzamento per il lavoro del Centro. C’è poi un aspetto profondamente umano, legato proprio alle persone, che Mattarella sottolinea nell’incontro avuto con le maestranze della Fondazione Arena. Il Capo dello Stato in queste occasioni ha sempre una particolare riguardo verso tutti quanto rendono possibili gli spettacoli. Gira con la figlia della sovrintendente Cecilia Gasdia negli arcovoli dietro al palco. Fa la condoglianze al figlio di Zeffirelli, Pippo. Stringe le mani alle comparse e ai direttori d’orchestra. Si ferma con Leo Nucci, baritono. Poi con il corpo di ballo e con tutti i direttori. Tutti sperano nel rilancio. La «Traviata» scorre via e all’uscita dall’Arena Mattarella, alla sua terza visita a Verona in tre anni, saluta così: «È sempre un piacere venire a Verona e lo sarà anche tornare». Poi il saluto finale alla gente in Bra. •

Enrico Giardini

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