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Arena Stadium, il Comune accelera

Arena Stadium: rendering progettuale con vista di giorno e di sera
Arena Stadium: rendering progettuale con vista di giorno e di sera
Arena Stadium: rendering progettuale con vista di giorno e di sera
Arena Stadium: rendering progettuale con vista di giorno e di sera

Manovra veloce e spinta in attacco. La «tattica» quasi calcistica dell’amministrazione per la realizzazione del «nuovo Bentegodi», che dovrebbe portare il nome di «Arena Stadium», punta tutto sulla velocità. Ieri la prima «conferenza dei servizi» preliminare, riservata agli uffici tecnici comunali, sulla proposta di realizzazione del nuovo stadio, 27mila posti e parcheggio sotterraneo per 800 veicoli. Oggi il «bis» alla presenza degli enti e società territoriali coinvolti, tra cui il Comitato olimpico nazionale (Coni), in una scelta che cambierà il volto sportivo della città. «Entro il 23 maggio saranno depositate le osservazioni tecniche “interne“. Altro termine il 4 giugno per quelle delle realtà esterne, con l’obiettivo», spiega il sindaco Federico Sboarina, «di arrivare entro i primi giorni di luglio al passaggio in Consiglio comunale per la dichiarazione di “opera di pubblica utilità“». La procedura, oggi allo stadio di studio di fattibilità all’esame delle «conferenze dei servizi», è resa possibile dalla cosiddetta «legge sugli stadi», che snellisce i tempi, rinviando l’esame del progetto definitivo (e la richiesta di eventuali modifiche) alla fase finale, che non deve superare i 120 giorni. La stima dei tempi, a Palazzo Barbieri, va poco oltre «oltre la fine dell’anno in corso». «La velocità», fa osservare il sindaco, «dipende da una normativa più snella e dall’efficienza dell’amministrazione». All’incontro preliminare di ieri hanno partecipato, oltre ai responsabili tecnici comunali, Antonella Benedetti, referente dell'Ati (Associazione temporanea di imprese), i progettisti Luigi Boccuni, Alberto Grando e Roberto Reni insieme con i rappresentanti delle società «Di Vincenzo Dino» e «Nuova Arena», che hanno proposto l’intervento in regime di «project financing» (finanza di progetto). Volume ridotto rispetto al «Bentegodi» attuale, architettura con deciso richiamo all’Arena e copertura dell’impianto, per ridurre l’impatto acustico e consentirne lo sfruttamento anche per concerti e altre manifestazioni. «E non ci sarà alcun centro commerciale, eccettuando le piccole realtà che affiancheranno necessariamente i servizi extra-calcistici e direzionali», mette in chiaro Sboarina. «E per non lasciare dubbi», incalza, «nessuna “compensazione“, con permessi a costruire in altre zone, è mai stata presa in considerazione. L’operazione sarà a costo zero per il Comune, che rimarrà proprietario della struttura, destinata a “vivere“ sette giorni su sette grazie agli spazi polifunzionali a servizio del quartiere». Nuovo stadio, che rientrerà nella categoria «4 Uefa» e parallela riqualificazione del quartiere. «Era ciò che avevamo in mente sin dall’inizio», chiarisce il sindaco. «Le società proponenti hanno chiarito di avere dedicato grande attenzione allo spazio verde, destinato a parco, che circonderà la struttura, più piccola dell’attuale». «La soluzione di un ristrutturazione, pure parziale, si tradurrebbe in un onere per i cittadini, con il risultato di mantenere attivo un impianto ormai datato». Il fatto che il «Bentegodi», destinato alla demolizione, sia per Hellas e Chievo un sacrario di ricordi non sfugge al «primo tifoso». «Sto valutando», confida Sboarina, «un’iniziativa per fare in modo che, chi lo desidera, abbia un “frammento“ del vecchio stadio». Come si dice: al cuor non si comanda. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Mozzo

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