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All'ospedale di Borgo Trento

Ancora grave la donna incinta ricoverata per covid, ma c'è speranza per il piccolo

C’è anche un bambino di pochi anni tra i 98 pazienti Covid ricoverati negli ospedali di Verona. Il piccolo, in età prescolare, quindi non nella fascia dei bimbi vaccinabili, è in cura nel reparto di Pediatria dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona, diretta dal professor Giorgio Piacentini. 


La pandemia, in questa fase, non sta esentando i piccoli, sinora interessati dal virus perlopiù con sindromi influenzali, se non asintomatiche. Ora il Covid si presenta nei più piccoli con polmoniti o, soprattutto, con sintomi post infezione, anche pesanti. Non sono molti i casi, tuttavia se ne vedono di più rispetto alle altre ondate, come conferma il professor Piacentini: «Qualche caso gira da noi, non in scala così evidente come per gli adulti, ma comunque in aumento. I bambini hanno meno necessità di ricovero, tuttavia si positivizzano e ora i positivi al virus sono molti di più. Per questo si invita a vaccinarli, ovviamente solo per le fasce d’età che lo consentono». 
A livello nazionale è di questi giorni la notizia che il numero di bimbi con forme di Covid severe è in aumento. Non si può parlare di allarme a Verona, dove tuttavia Piacentini registra un movimento maggiore rispetto alle altre ondate. 

«Il virus si manifesta con problemi respiratori per loro, alcuni arrivano con la polmonite, altri con sintomi post Covid». In quest’ultimo caso, proprio lo scorso mese nel reparto dell’Aoui era arrivato un bambino in sofferenza cardiaca e renale con rischi anche per l’encefalo. In ospedale era stato riscontrato che aveva sviluppato gli anticorpi: il mese prima era stato in quarantena. Per il medico si è trattato di strascichi della malattia che il piccolo aveva contratto in modo asintomatico. Per il bambino si era temuto il peggio, poi il miglioramento. Da qui l’appello ai genitori a prestare attenzione per proteggere i loro figli perché il virus può colpirli.

È ancora in condizioni critiche, inoltre, la donna incinta non vaccinata che da tre settimane è ricoverata nel reparto di terapia intensiva di Borgo Trento, diretto dal professor Enrico Polati. La paziente è ancora intubata e in condizioni critiche. Il piccolo, invece, cresce. Per lui si è temuto molto, ora è alla ventiseiesima settimana. 


Non ci sono bambini ricoverati con patologie legate al Covid, infine, in provincia. Non ne annoverano il Sacro Cuore di Negrar, il Pederzoli di Peschiera, né gli ospedali dell’Ulss9 Scaligera di San Bonifacio, Legnago e Villafranca. 
«Nell’ultimo mese non ne abbiamo visti», spiega il direttore del materno-infantile della Scaligera, Mauro Cinquetti: «Piuttosto abbiamo una particolare ondata di infezioni da virus respiratorio sinciziale con parecchie bronchioliti in bambini con meno di sei mesi». 

Si tratta di malattie stagionali delle vie aeree inferiori che si manifestano soprattutto nei lattanti e nei bambini piccoli. In due casi, per gli ospedali della Scaligera, è stato necessario il ricovero in terapia intensiva dove i piccoli sono tuttora in cura. È stato necessario anche provvedere all’acquisto urgente di nuovi supporti per la respirazione per somministrare ossigeno ad alto flusso. 
«Nel caso si abbia in casa un neonato», avverte il dottor Cinquetti, «è bene adottare estreme attenzioni igienico-ambientali per proteggere il bambino: lavare sempre bene le mani ed evitare che i piccoli siano a contatto con soggetti con patologie respiratorie anche lievi. Per un adulto, infatti, possono non essere gravi, ma per un piccolo lattante sì. E va quindi protetto».

 

Maria Vittoria Adami

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