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Anche Bolca si mobilita per diventare patrimonio Unesco dell’umanità

Il brindisi dei sindaci per la candidatura Unesco della Val d’Alpone
Il brindisi dei sindaci per la candidatura Unesco della Val d’Alpone
Il brindisi dei sindaci per la candidatura Unesco della Val d’Alpone
Il brindisi dei sindaci per la candidatura Unesco della Val d’Alpone

Macchè sgambetto alla valle del Lessini Durello, «caso mai una dimostrazione di concreto entusiasmo che ci auguriamo tutti venga dimostrata anche per la Val d'Alpone».

Così Giamberto Bochese, presidente dell’Associazione temporanea di scopo (Ats) Val d’Alpone-Faune, flore e rocce del Cenozoico, reagisce al colpo di teatro con cui il Governatore del Veneto Luca Zaia ha lanciato da Vinitaly, la candidatura Unesco della Valpolicella.

«Noi a Vinitaly abbiamo presentato lunedì ufficialmente l’Ats che sta già lavorando al dossier di candidatura», dice Bochese, «con la solennità del caso e alla presenza dei sindaci degli otto Comuni che costituiscono l’area vasta da cui è partita l’idea di condividere con l’umanità l’unicità assoluta del patrimonio geopaleontologico della zona».

L’iniziativa era stata salutata a Vinitaly con un brindisi, ovviamente a base di Soave, degli otto primi cittadini che stanno sostenendo l’ambiziosa iniziativa di fare di questa zona, unica al mondo per i suoi giacimenti fossili, un luogo da «premiare» con il riconoscimento dell’Unesco.

A Vinitaly la Casa del Vino (che comprende Consorzio del Soave, del Lessini Durello e relative Strade del Vino) ha voluto portare la candidatura Unesco «come abbiamo sempre fatto per i progetti di spessore a cui lavoriamo», dice il direttore Aldo Lorenzoni.

E aggiunge: «È stato così per il riconoscimento di Paesaggio rurale di interesse storico assegnato alle vigne del Soave come per l’ampio progetto sulla biodiversità: la candidatura della Val d’Alpone è portata avanti dal mondo scientifico per l’unicum mondiale che l’area riveste dal punto di vista geopaleontologico, l’area che è la culla di un vino che nasce da 350 ettari di vigneto, interessa 150 aziende, 27 soci del Consorzio tutela, un milione di bottiglie, vale a dire un sistema da cinque-sette milioni di euro».

Non si discosta molto Alberto Marchisio, presidente del Consorzio del Durello: «È evidente il valore storico di quest’area, e l’inserimento della Val d'Alpone tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco andrebbe semplicemente a ratificare una situazione già di fatto esistente».

«Val d’Alpone in corsa per l’Unesco» c’era scritto sul grande tabellone davanti al quale hanno brindato sindaci, accademici, imprenditori, rappresentanti di categoria e del mondo istituzionale in rappresentanza dei 18 pilastri sui quali poggia l’Ats. «L’impegno che stiamo profondendo ha radici molto solide», aggiunge Marchisio, «basta pensare alle decine di migliaia le persone che tutti gli anni raggiungono Bolca e la valle da ogni angolo della terra perché solamente qui è ancora perfettamente conservato qualcosa di straordinario e unico al mondo».

A breve se ne occuperà anche la Regione Veneto e l’auspicio è che la generosa spinta economica annunciata dal presidente Zaia premi anche il lavoro degli operatori di questa fertile «terra di mezzo» tra Prosecco e Valpolicella.

Paola Dalli Cani

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