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La storia del rione

«Amarcord» di Tomba Extra, arriva il secondo libro di Giancarlo Frigo

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25 Aprile 1945. Gli Americani davanti all’ingresso dei Magazzini Generali: a terra i morti degli ultimi scontri
25 Aprile 1945. Gli Americani davanti all’ingresso dei Magazzini Generali: a terra i morti degli ultimi scontri
25 Aprile 1945. Gli Americani davanti all’ingresso dei Magazzini Generali: a terra i morti degli ultimi scontri
25 Aprile 1945. Gli Americani davanti all’ingresso dei Magazzini Generali: a terra i morti degli ultimi scontri

Far conoscere fatti storici, ma anche aneddoti e curiosità, riaffiorati dal passato per bocca di chi ha vissuto o continua a vivere nella vecchia Tomba Extra. La voglia di raccontare gli avvenimenti e i protagonisti del territorio di Verona Sud, prevale in Giancarlo Frigo che, dopo una prima pubblicazione del 2016, è ora artefice di un secondo volumetto fresco di stampa dal titolo «La nostra storia 2. Noi di Tomba siamo Extra».

Frigo, attuale consigliere della Lista Tosi in quinta circoscrizione di cui è già stato presidente, ex assessore al bilancio a Palazzo Barbieri e direttore responsabile di un periodico aziendale, coltiva da sempre un grande amore per Tomba. Grazie al contributo di Amia e del Consorzio Zai, il libriccino di un centinaio di pagine sta venendo distribuito in 1.500 copie nelle parrocchie di Tomba, San Giacomo, Cristo Lavoratore e Sacra Famiglia. «Sto già pensando a una terza edizione, più centrata su Palazzina», confessa Frigo. «Mi preme fare arrivare notizie e saperi popolari a più persone possibile, mischiandoli a frammenti della storia passata, più o meno documentati, come l’ipotetica sosta di San Francesco, nel 1220, lungo la via romana, l’attuale via Scuderlando, o la citazione di Dante che, riferendosi al palio del Drappo Verde, parla di una corsa che passava anche per Tomba».

 

Dai documenti rinvenuti negli archivi della chiesa di Tomba che, fino al 1804, dipendeva dalla Santissima Trinità Extra, si scopre che esisteva un secondo camposanto nell’attuale compendio del Policlinico. Scorrendo le pagine emerge che la comunità di Tombetta è sorta intorno al 1.500 dopo che la Serenissima ha allontanato gli abitanti della Spianà verso la parte sud dell’Adige. Poi la memoria risale alla prima zona industriale del Basso Acquar con le Cartiere Fedrigoni, il Cotonificio e i Mulini Consolaro, grazie alla presenza del canale realizzato dall’allora sindaco Giulio Camuzzoni, subito dopo l’Unità d’Italia. Dagli anni Cinquanta, nei lembi di periferia urbanizzati in pochi anni, sono spuntate le prime parrocchie, tra cui quella di San Zeno alla Zai, offerta nel 1963 dalla Curia per offrire assistenza religiosa ai numerosi lavoratori della zona.

L’autore ricorda l’esodo di molte famiglie di Tomba, costrette a emigrare in Svizzera, in Germania o nelle miniere del Belgio. Chi restava dove arrabattarsi, nutrendosi pure delle rane catturate o di qualche lumaca cucinata secondo la ricetta di zio Vittorino, citata a metà libro. La guerra ebbe i suoi eroi. Tra questi Francesco Perlini, partito a 19 anni per la conquista della Libia e tra i fondatori del gruppo Alpini di Borgo Roma. Si ricorda poi Luigi Recchia, autista e uomo di fiducia di Italo Balbo. Uno scatto rievoca l’inaugurazione dell’autocentro, nel 1936, nell’area dei Magazzini Generali e trovano spazio storie delle resistenza.

Frigo narra la vicenda del padre, finito in campo di concentramento per essersi rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò, e poi quella dei molti caduti in guerra che ora danno nome a numerose vie del quartiere. Omaggia poi i negozi storici del rione, i giochi di una volta, i proverbi di «tombaroi nati o vegnui», il carnevale in Borgo Roma, e infine chi, come Virginio, «tombarol de soca», si è reso emblema della solidarietà. Conclude l’autore: «Il mio è un amarcord che vuole avvicinare alla conoscenza del territorio, spronando magari a ristrutturare realtà, come l’ex manicomio, che andrebbero salvaguardate insieme alla memoria».

Chiara Bazzanella

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