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VIA ALLE VACCINAZIONI UNDER 12

Alessandro, 6 anni e mezzo: è lui il primo dei bambini veronesi vaccinati

Alessandro, 6 anni e mezzo (Foto Marchiori)
Alessandro, 6 anni e mezzo (Foto Marchiori)
Alessandro, 6 anni e mezzo (Foto Marchiori)
Alessandro, 6 anni e mezzo (Foto Marchiori)

Caramelle, cerottini colorati e diploma di coraggio, applausi e prove di forza: «Non mi ha fatto male», «Non ho avuto paura». È tutto un altro clima quello che si respira al primo piano del padiglione 30 dell’Ospedale della donna e del bambino di Borgo Trento, dove ieri sono iniziate le vaccinazioni anticovid pediatriche per i bambini dai 5 agli 11 anni. Un andirivieni ordinato, guidato dalle volontarie delle associazioni che operano nei reparti del materno-infantile. Il primo a entrare in uno dei tre ambulatori allestiti, e accolto da due medici specializzandi in pediatria, è stato Alessandro, sei anni e mezzo, di Borgo Venezia. Pugnetto chiuso sotto il mento quando il medico gli dice di guardare la mamma. Pochi istanti e poi tutto finito. Sospiro di sollievo, attestato di coraggio, lecca-lecca e a casa una scatola di costruzioni in attesa.

 

«L’ho voluto sin dal primo giorno», spiega la mamma, Francesca Castagna, 39 anni. «Non ho dubbi». Veloce la procedura. Una volta entrati, i genitori attendono il proprio turno. Nei tre ambulatori allestiti, ciascuno con due medici specializzandi, con la supervisione di un medico strutturato, discutono l’anamnesi del bambino e illustrano i dettagli del vaccino e gli eventuali effetti. Poi l’iniezione. Una mini-dose di Pfizer. Per i piccoli, infatti, viene somministrata una dose pediatrica, con meno anticovid. Ieri sono stati 80 i bambini vaccinati. Oggi altrettanti, ma dalla settimana prossima, e in via graduale, saranno aumentate le linee di vaccinazione e l’orario andrà dalle 12.30 alle 19.30 (oggi sarà dalle 14 alle 18), dal lunedì al venerdì, per 140 somministrazioni al giorno. Si arriverà a sei ambulatori. In tutto sono coinvolti 45 medici dell’Azienda ospedaliera di Verona, delle quattro scuole di area pediatrica. Vaccinano una trentina di specializzandi degli stessi ambiti.

 

Per ora sono 400 i prenotati nei prossimi giorni a Borgo Trento, ma l’invito è di tener monitorato il sito, perché vengono di continuo aperte finestre. «Apriamo un po’ alla volta, gradualmente per vedere come va», spiega il dottor Matteo Mazzer che ieri coordinava le operazioni. «Le prime prenotazioni sono andate subito bruciate». E le prime mamme, infatti, sono state leste: «Sono rimasta un’ora incollata al sito di prenotazione, finché non ho visto aprirsi le finestre e ho prenotato», continua Francesca Castagna. «I timori sono quelli che ci sono sempre per ogni vaccino, ma ho fiducia in chi ha studiato e nel sistema che è stato adottato».

 

Lo stesso pensa una mamma di Verona, con il figlio che tra poco compie 12 anni: «Ho voluto anticipare. Lo farò anche a mia figlia più piccola, chissà che non usciamo da questa situazione». «I bambini sono gli unici non protetti e in vista delle vacanze natalizie meglio fare il vaccino», è il coro dei genitori stremati anche da rischi di quarantene a scuola, isolamenti sociali e interruzioni di attività extrascolastiche che sono sempre dietro l’angolo, minando la vita di relazione dei bambini e mandando in tilt la gestione familiare e dei genitori che lavorano.

 

Doppia dose per Laura Ugolotti, di Verona, mamma di un maschio di 11 anni e di una femmina di 9, vaccinati entrambi: «Mi fido di chi ha studiato; ho chiesto a chi ne sa più di me». Lo stesso pensano le mamme di due ragazzini di prima media, compagni di classe, venuti da Sant’Ambrogio di Valpolicella: «Sono i primi della loro classe. Noi abbiamo fiducia, siamo tutti vaccinati in famiglia», spiegano Maika Piccinini e Jesica Fecchio, indirizzate dai pediatri di famiglia. «Il vaccino serve per proteggerli e per rispettare gli altri, e poi per far stare tranquille noi mamme». C’è fiducia, insomma. E spinge alla vaccinazione anche la pediatria dell’Aoui, Erika Rigotti, ieri in coordinamento al centro vaccinale: «Le società scientifiche si sono espresse in modo chiaro e altrettanto chiare sono le indicazioni sulle procedure. È noto che i casi stanno aumentando e che i cluster sono in aree non vaccinate e tra i più piccoli», conclude ricordando che gli effetti della pandemia sui bambini riguardano sia i rischi della malattia, sia le privazioni di relazioni sociali fondamentali.

Maria Vittoria Adami

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