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MAXIFUSIONE

Agsm, domani
il voto. E Sboarina
affronta la Lega

Sboarina con Finocchiaro
Sboarina con Finocchiaro
Sboarina con Finocchiaro
Sboarina con Finocchiaro

Agsm, domani sarà resa dei conti. Tecnica, amministrativa e politica. In un venerdì di passione. Ma intanto il sindaco Federico Sboarina va ad alzo zero contro chi non vuole l'aggregazione, insieme ad Aim, con un partner industriale. In una giornata, ieri - dopo il cda di Agsm di martedì che ha bocciato l'aggregazione - in cui a sostegno della fusione delle multiutility sono intervenuti anche il presidente di Confindustria Verona Michele Bauli, il vicepresidente Bruno Giordano e il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Riello.

 

L'AFFONDO. «Chi voterà contro l'aggregazione di Agsm e Aim con un altro partner industriale se ne assumerà la responsabilità», tuona Sboarina, «e sappia che provocherà un grave danno ai cittadini veronesi. Perché l'operazione consentirebbe tariffe meno care, aumento di posti di lavoro, servizio migliore e più soldi al Comune per opere pubbliche». Dopo la sospensione del cda di martedì - dove comunque tre consiglieri su cinque hanno votato contro il percorso di aggregazione con un partner industriale proposto da Agsm e Aim Vicenza, oltre all'ipotesi con A2A Milano e Brescia - domani torna a riunirsi il cda. E i numeri per approvarlo, salvo una svolta clamorosa, non ci sono. Visto che Lega e Verona Domani - nella maggioranza comunale, con rispettivamente nel cda Francesca Vanzo e Mirco Caliari - non vogliono A2A né altri, ma solo l'aggregazione tra Agsm e Aim. E il Pd, all'opposizione, che ha nel cda Stefania Sartori, vuole una gara a evidenza pubblica, per individuare un alleato.

 

Presentate anche tre offerte non vincolanti di Hera, Iren e Dolomiti Energia insieme ad Alperia. La più corposa è quella di Hera, la multiutility bolognese attiva anche in Friuli Venezia Giulia e in Veneto. Domani verrà riproposto ai consiglieri il documento sull'iter di scelta del partner, su cui il presidente di Agsm Daniele Finocchiaro martedì ha incassato i tre voti contrari. I due favorevoli il suo e quello di Enrico De Santis.

 

IL SINDACO. Sboarina contrattacca. «Mi auguro che domani i consiglieri si esprimano con senso di responsabilità, nell'interesse di Agsm e della città», dice. «Ricordo che il term sheet del 20 dicembre scorso in cui si dava mandato ad Agsm e ad Aim e agli advisor di aprire un percorso di aggregazione con un partner, fu approvato anche con il voto della Lega, mentre Verona Domani non partecipò e il Pd fu contrario. È chiaro», prosegue, «che sono stati spesi molti soldi pubblici per incaricare gli advisor e attuare quel mandato, quindi se si blocca tutto la Corte dei Conti potrebbe intervenire chiedendo conto di quei soldi spesi». Il sindaco ricorda che nel protocollo firmato dal Comune e dall'azienda con sindacati e Rsu di Agsm si definisce l'aggregazione «non un'opzione, ma una necessità».

 

CONFINDUSTRIA. Il Consiglio generale di Confindustria Verona ha incontrato ieri Finocchiaro, che ha illustrato il percorso di aggregazione di Agsm-Aim con un partner industriale. «In questo momento di crisi, in cui sono necessari progetti di sviluppo e rafforzamento per il nostro territorio, è necessario che la politica faccia sistema e superi ogni divisione», commenta Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona, «abbiamo tutti la responsabilità di far fare un salto alla nostra città in un mercato in forte evoluzione».

 

Fa eco a Bauli il vicepresidente di Confindustria Verona Bruno Giordano, con delega alle reti d'impresa e alle startup. «La necessità di aggregarsi, per società come Agsm, nasce anzitutto dai numeri», spiega. «Di fronte a multiutility di dimensioni dieci volte superiori, quali speranze può avere Agsm di competere? Nessuna. E questo vale anche per un'impresa: per operare a certi livelli, o si fa sistema e si cresce, o si è morti». Giordano sottolinea «la bontà del progetto presentato dal presidente Finocchiaro e invito a capirlo bene. Il non sposarlo solo per conservare interessi localistici è sbagliato, anche in termini di occupazione visto che ingrandirsi», conclude, «significa anche più posti di lavoro».

Enrico Giardini

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