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Morto a 87 anni

Addio al professor Zardini, se ne va un pezzo di storia della cardiologia di Verona

Il professor Pietro Zardini, scomparso all'età di 87 anni
Il professor Pietro Zardini, scomparso all'età di 87 anni
Il professor Pietro Zardini, scomparso all'età di 87 anni
Il professor Pietro Zardini, scomparso all'età di 87 anni

Il mondo della cardiologia veronese è in lutto per la perdita del professor Piero Zardini. Si è spento all'età di 87 anni il professore che, guidando la cattedra di cardiologia della università di Verona e la scuola di specializzazione in Cardiologia e Malattie dell'apparato cardiovascolare, ha «sfornato» centinaia di cardiologi negli ultimi decenni.

 

Il docente è mancato all'affetto della figlia Francesca mercoledì 3 marzo e la camera ardente sarà allestita nella chiesa dell'ospedale civile Maggiore di borgo Trento sabato (6 marzo) dalle 9.30 alle 10.15, mentre il funerale si svolgerà al Duomo alle 10.30.

 

Il professor Zardini può essere considerato il capo di una scuola cardiologica che, nel corso degli ultimi decenni, ha formato sia docenti universitari che primari in tante regioni italiane, sia in provincia di Verona che di Brescia, di Mantova, in Piemonte e in tanti altri Centri anche all'estero. Nel 1967 all'ospedale di Borgo Trento venne aperta la seconda Unità coronarica d'Italia: due stanze e sei posti letto voluti all'epoca dal professor Arrigo Poppi, scomparso nel 1982. Poppi per primo aveva capito la necessità di separare la cardiologia dalla medicina interna mentre, fino a quel momento, i malati cardiologici venivano gestiti in letti di medicina generale.

 

Dal 1982 Zardini arrivò a Verona e proseguì, ampliando di molto, l'opera iniziata da Poppi. Zardini è rimasto alla guida del reparto di cardiologia per 22 anni a partire dal 1982, quando cioè Verona si staccò come università da Padova e divenne un ateneo autonomo. Il reparto venne «clinicizzato» cioè, pur essendo retto quasi esclusivamente da medici ospedalieri, era a guida universitaria.

 

Nel 1988 Zardini fu tra i fondatori della Società Europea di Cardiologia, grazie alla quale a Verona vennero negli anni luminari appartenenti a vari centri internazionali. Zardini era stato tra i primi in Italia ad occuparsi di ecocardiografia, la metodica che ha permesso poi, negli ultimi quaranta anni, lo studio accuratissimo delle valvulopatie e la conferma della patologicità o meno dei così detti «soffi» cardiaci.

 

Un aneddoto che Zardini amava raccontare a questo proposito era che, con l'avvento della ecocardiografia, oggi imprescindibile nella cardiologia anche di base, «è finita l'epoca del soloni dei soffi cardiaci», ovvero di coloro che davano la idea di voler capire «se un rumore cardiaco derivasse dalla valvola mitralica o aortica». Tutt'oggi diversi primari del Veronese ma anche delle province e regioni limitrofe sono allievi della scuola del professor Zardini: da Giorgio Morando a Legnago a Marco Turri a Castiglione delle Stiviere al neopensionato Emanuele Carbonieri a Villafranca fino a Maurizio Anselmi, tutti sono «figli» di Zardini, come pure altri attuali primari di Negar, del Trentino e di altre strutture pubbliche e private.

 

Ecco il commosso addio del dottor Marco Turri, allievo di Zardini e già responsabile del Laboratorio di Emodinamica di borgo Trento: «Addio Professor Zardini! Hai creduto in me e mi hai gratificato come nessun altro abbia mai fatto: mi hai voluto bene come un padre. La tua umanità è stata la tua forza, il tempo l’ha dimostrato. Hai fatto scuola, la tua squadra, la nostra squadra, è stata forte davvero. Se ne va con te un altro pezzo di storia della cardiologia di Verona, e della mia vita». 

Gerardo Musuraca

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