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Il lutto

Addio a Travagliati, primario di ginecologia e colonna degli scout veronesi

Il lutto
Vittorio Travagliati
Vittorio Travagliati
Vittorio Travagliati
Vittorio Travagliati

Ha fatto venire al mondo centinaia di bambini e altrettanti ne ha educati. Per lavoro i primi, per volontariato i secondi. Già primario di ginecologia di Borgo Trento e colonna del movimento scout laico del Cngei, è morto a 70 anni, Vittorio Travagliati.

Un tumore, che già una decina di anni fa il medico aveva combattuto e sconfitto, si è ripresentato in forma più feroce per strapparlo alla famiglia e agli amici in pochissimo tempo.

Lo piangono, nella sua villetta in via Fratelli Bronzetti, nel quartiere Pindemonte, la moglie Marilena Florit e i figli Emanuele, giunto ieri da Hong Kong dove vive e lavora, Lucia ed Elia. I funerali saranno celebrati martedì alle 11 nella chiesa di Santa Anastasia.

Laureatosi a Padova specializzandosi in ginecologia a metà degli anni '70, Travagliati aveva lavorato per molti anni a Borgo Trento. Dopo la parentesi come primario di ginecologia e ostetricia al Mater Salutis di Legnago, era rientrato all'ospedale civile di Verona chiudendo la carriera, sempre come primario, e andando in pensione un paio d'anni fa.

Travagliati è stato anche l'anima del movimento Cngei nazionale e della sezione di Verona e di San Martino Buon Albergo. Sua l'iniziativa di aprire la «Casa di caccia» a Peri, una base scout utilizzata da tutti i gruppi Gei d'Italia. L'anno scorso era stato capo dell'equipe medica dell'ospedale da campo allestito per il raduno nazionale Gei in Piemonte cui parteciparono 3.500 ragazzi.

 

«Era una persona speciale, semplice, di gran cuore e di grandi entusiasmi, continuava a lavorare e a dare una mano», racconta l'amico Giovanni Doria, commissario della sezione Gei di Verona. «Si era innamorato del movimento quando Emanuele entrò negli scout. La casa di Peri fu una sua invenzione e aveva saputo ricamare con tatto e delicatezza unici i rapporti con quel territorio. Era generoso all'inverosimile. Come scout ci ha lasciato un'eredità enorme. Ora cerchiamo di percorrere il suo sentiero e di tenerlo vivo. La sua scomparsa ci ha colto di sorpresa, come spesso faceva. Era una sua costante», conclude Doria che è rimasto in ospedale accanto a Travagliati fino all'ultimo.

Maria Vittoria Adami

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