Se n’è andato un mese prima del suo ottantatreesimo compleanno. Giorgio Bertani stava male da tempo, e come spesso accade quando l’età avanza, basta un niente a farti finire in ospedale e a far precipitare la situazione.
Uomo di grande, profonda cultura, editore ma anche militante politico, schierato a sinistra, anarchico marxista, Bertani nutriva un grande amore per i libri, che sono sempre stati la sua vita. Per molti anni ha girato sulla sua bicicletta, rigorosamente da donna, con il barbone lungo alla Fidel Castro, quando ancora la barba non era diventata un vezzo moderno. Aveva sempre il basco rosso in testa. Occhialoni spessi sul naso. È stato capogruppo dei Verdi in consiglio comunale e schierato in diverse battaglie antimilitariste.
Bertani con Franca Rame
DA FO A POUND
Bertani è stato soprattutto un editore: sua la prima edizione del «Mistero buffo» e di altre opere di Dario Fo, ma anche dei saggi di intellettuali della sinistra e dei testi della Raf, le Brigate rosse tedesche, e delle ultime lettere di Ulrike Meinhof, la giornalista che aveva scelto la lotta armata e che morì in carcere. Fu amico del poeta Ezra Pound, che oggi la destra considera proprio «patrimonio culturale».
Ha stampato, 40 anni fa, il primo libro del fisico Carlo Rovelli.
Bertani nel 1962 fu condannato a 6 mesi, con sospensione della pena in quanto incensurato, per azioni antifranchiste.