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EPISODIO

«Accerchiato
e preso a botte
dalla baby gang»

I giardini dell’Arsenale teatro dell’aggressione DIENNEFOTO
I giardini dell’Arsenale teatro dell’aggressione DIENNEFOTO
I giardini dell’Arsenale teatro dell’aggressione DIENNEFOTO
I giardini dell’Arsenale teatro dell’aggressione DIENNEFOTO

Accerchiato dal branco, gettato a terra e derubato. Preso a calci e pugni, prima di essere salvato da due ragazzi che l’hanno strappato al pestaggio. Il diciassettenne A. sabato pomeriggio è stato vittima di una rapina da parte di una gang di coetanei: «erano decine attorno a me», racconta. Quattro sono stati arrestati e portati nel carcere minorile di Treviso, dopo che la polzia li ha scovati in zona Porta Borsari. «Ero in città con due amiche e due amici», racconta, «alla fontana dell’Arsenale abbiamo incrociato questo gruppo numerosi di ragazzi di 15-16 anni». Uno di loro gli si è avvicinato, indicando una delle giovani che erano con lui: «Tu le devi stare lontano», gli ha intimato, «oppure ti ammazzo». «Ma cosa vuoi da me?» gli ha risposto. I suoi amici hanno cercato di portarlo lontano, ma quell’altro gli si è fatto vicino un’altra volta, urtandolo. «A quel punto mi sono trovato circondato da decine di suoi amici», racconta. «Facciamo la pace», ha detto A., ma l’altro continuava a battergli le mani sul giaccone: «Mi sembrava che fosse un modo per vedere se avessi qualcosa nelle tasche». Poi è tutto è precipitato: «Mi hanno fatto lo sgambetto, poi hanno cominciato a colpirmi mentre ero a terra. Mi è caduto il portafogli: ho provato a recuperarlo, ma me l’hanno impedito. E poi non l’ho visto più». Una coppia che ha assistito alla scena ha chiamato le forze nell’ordine, mentre due ragazzi di colore sono interve- nuti facendosi largo fra i pugni e le pedate, hanno preso di peso il giovane aggredito e l’hanno portato via. Il branco, non appena ha visto avvicinarsi i lampeggianti di Volanti e Radiomobile, si è sparpagliato, ma diversi degli aggressori si sono diretti verso Porta Borsari, probabilmente per prendere l’autobus e tornare a casa. Quattro di loro, però, sono stati riconosciuti e bloccati dagli agenti, che li hanno arrestati per rapina aggravata e portati in questura. Da lì poi sono stati trasferiti al carcere minorile di Treviso: questa mattina è attesa l’udienza di convalida. Come il resto del gruppo, sono tutti nati a Verona, alcuni di loro sono figli di immigrati nordafricani. A. è stato sentito in questura e poi accompagnato al pronto soccorso: aveva lesioni sulla testa e sulle gambe, il referto parla di una prognosi di dieci giorni. «Ringrazio dal profondo del cuore le forze dell’ordine e le persone che sono intervenute per aiutare mio figlio», afferma il papà del ragazzo, che però non si dà pace: «Mio figlio ha rischiato un linciaggio solo perché stava tranquillamente passeggiando e chiacchierando con una ragazza. Verona è sempre stata una città sicura», continua, «fatta di gente civile, ancora scossa dalla tragica vicenda di Nicola Tommasoli. Di questi casi, non ne vogliamo più». Si appella a tutti i genitori: «Mi hanno riferito che a scuola uno degli aggressori si è rammaricato di non essere riuscito anche lui “a dargli un bel calcio in faccia“: io non voglio vendetta, voglio solo che la gente capisca che i ragazzi vanno seguiti, sempre. Sapere dove vanno, cosa fanno, capire se frequentano giri sbagliati. Le famiglie devono assumersi le proprie responsabilità».

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