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La storia

A 70 anni torna sui banchi per la maturità «Avevo un sogno, lo voglio realizzare»

La storia
A destra, Gabriella Moscardo
A destra, Gabriella Moscardo
A destra, Gabriella Moscardo
A destra, Gabriella Moscardo

Poteva godersi il meritato riposo, dopo una vita di lavoro, ma nel cassetto aveva il sogno di portarsi a casa quel diploma a cui da ragazzina aveva dovuto rinunciare.

Così la veronese Gabriella Moscardo si è rimessa in gioco e alla vigilia dei 71 anni (li compirà ad agosto) sta affrontado le prove per ottenere la licenza superiore all'istituto professionale «Sanmicheli» di Veronetta, indirizzo tecnico sociosanitario.

È l'incredibile storia della maturità non convenzionale che sta caratterizzando questi esami di Stato.  «Ma io non ci vedo niente di speciale», sorride Gabriella, che ha il piglio di una ragazzina. «Avevo un sogno e ho cercato di realizzarlo». 

 

«E ORA SOGNO L'UNIVERSITA'»

È cominciato tutto due anni fa, quando è andata in pensione.  «Avevo dovuto lasciare gli studi alla fine della terza media, per motivi famigliari», racconta.  «Non mi è mai andata giù. Mi sono detta che prima della vecchiaia avrei preso il diploma. Anche perché ho un obiettivo: frequentare l'università, Archeologia o Storia dell'Arte, sono indecisa. Chissà se ce la farò. Però, se sono riuscita ad arrivare fin qua, non si sa mai che riesca ad andare ancora più avanti!».

Ex dipendente d'azienda, inquadrata come responsabile del personale, Gabriella è tornata sui banchi mezzo secolo dopo. Si è iscritta ai corsi serali, partendo da zero è riuscita a mettersi in pari in meno della metà del tempo previsto dal suo curriculum di studi (cinque anni) e a superare il test finale che l'ha giudicata idonea a sostenere gli esami da privatista.

Nei giorni scorsi c'era anche lei, fra tanti diciottenni, a svolgere gli scritti che debuttano quest'anno nella nuova modalità. Per il tema di italiano «Ho scelto la traccia artistico-letteraria», spiega, che chiedeva una riflessione sul patrimonio culturale partendo da un brano di Tomaso Montanari. «Ho avuto parecchio da scrivere, perché l'argomento mi affascina», specifica.

Oltre ad aver ereditato la chiesetta medievale che sorge vicino al Lazzaretto, zona in cui è cresciuta, è socia del Fai e segue i corsi organizzati dal Ctg. «Mi piacevano anche le tracce su Ungaretti, Gino Bartali e Dalla Chiesa, poi ha preso il sopravvento la mia passione per i "vecchi sassi"». E la notte prima degli esami? «Ho ripassato e fatto un bel po' di parole crociate, che mi rilassano». Archiviata pure la seconda prova, quella di indirizzo, resta il colloquio che Gabriella affronterà fra pochi giorni. Incrocia le dita, «Spero di non emozionarmi troppo», dice.

 

NON E' MAI TROPPO TARDI...

Ricominciare non è stato difficile, semmai impegnativo. «Mi sono sempre tenuta in allenamento, dedicando i ritagli di tempo alla lettura e allo studio personale».

I compagni del Duemila con cui ha trascorso l'ultimo anno di scuola «sono stati carinissimi. Non mi ha mai trattata da "vecchietta", né fatta sentire a disagio. C'è da dire che sono abituata a stare in mezzo ai giovani: ho quattro nipoti, il più grande va in prima liceo e la più piccola in terza elementare». E la famiglia che ne pensa? «Mi hanno sostenuta da subito. Ho due figlie, entrambe laureate. Lo sono pure i miei generi, mentre mio marito è diplomato. Anche questo è stato uno stimolo».

Anche uno dei docenti che l'ha seguita ha voluto sottolineare l'esperienza di Gabriella. «Tanto di cappello a questa nostra studentessa che dimostra quanto non sia mai troppo tardi per mettersi in gioco. La sua è una testimonianza molto importante», commenta Thomas Pisani, coordinatore didattico di Scuola lavoratori della Cisl.

Laura Perina

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