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La deputata M5S Businarolo

«Zenti chieda
scusa alle vittime
del Provolo»

La deputata M5S Businarolo
Francesca Businarolo
Francesca Businarolo
Francesca Businarolo
Francesca Businarolo

Una lettera aperta al vescovo di Verona per sollecitare le scuse alle vittime di abusi all’Istituto Provolo. L’ha scritta la deputata pentastellata, Francesca Businarolo, presidente della Commissione Giustizia della Camera, dopo la condanna a pesanti pene detentive da parte di un Tribunale argentino di due sacerdoti di due sedi dell’Istituto Provolo di Mendoza e La Plata, di cui uno italiano, padre Nicola Corradi, 83 anni, ora agli arresti domiciliari per provata responsabilità in sei episodi di violenza, per gravi e ripetuti abusi sessuali su bambini e minori sordi o ipoacusici.

 

«Mi rivolgo a Monsignor Zenti e a tutte le Autorità ecclesiastiche veronesi - dice Businarolo - vi prego, chiedete scusa alle vittime degli abusi dell’Istituto Provolo, chiudiamo questa ferita inflitta a loro e alla città». «I fatti argentini - prosegue - ci sbattono in faccia l’attualità delle denunce di diversi ex ospiti dell’Istituto per l’educazione dei sordomuti di Verona, nato nella nostra città e rimasto attivo per un secolo e mezzo: allora bimbi disabili, poi diventati adulti furono in grado di sentire e parlare grazie a speciali supporti, dunque capaci di ricordare e denunciare gli abusi subiti».

 

«È lecito pensare - aggiunge - che al Provolo sia esistito un buco nero nel quale è stata affogata la dignità di tanti bambini, un orribile "sistema collaudato" di abusi, con vittime preferenziali, i sordomuti, che non erano in grado di difendersi o di andare a raccontare quanto accadeva. Ed è lo stesso motivo per cui, anche a Verona, gli abusi sono emersi con decenni di ritardo». «Ora io chiedo a voi, autorevoli rappresentanti di una Chiesa che Francesco vuole nuova e trasparente, di non dimenticare le vittime del Provolo. Non diteci che non ci sono sentenze - conclude Businarolo nella missiva -. Il diritto farà il suo corso. Noi abbiamo bisogno di un atto di coraggio, di una parola di scuse verso le vittime. Solo così i fantasmi del Provolo non ci tormenteranno e noi saremo una comunità migliore».

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