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Una movida senza regole La polizia chiude la piazza

La polizia controlla la piazza: non sono rispettate le disposizioni anti assembramento, quindi alla fine alle 0.45 si decide di chiudere l’accesso e scaglionare le personePolizia Locale ed esercito controllano l’accesso a  piazza delle ErbeControlli della polizia Locale ad un gruppetto di ragazziniObama, cane della polizia, durante i controlli in corticella SgarzerieIl cane Pico, della Locale a Riva San Lorenzo FOTOSERVIZIO MARCHIORI
La polizia controlla la piazza: non sono rispettate le disposizioni anti assembramento, quindi alla fine alle 0.45 si decide di chiudere l’accesso e scaglionare le personePolizia Locale ed esercito controllano l’accesso a piazza delle ErbeControlli della polizia Locale ad un gruppetto di ragazziniObama, cane della polizia, durante i controlli in corticella SgarzerieIl cane Pico, della Locale a Riva San Lorenzo FOTOSERVIZIO MARCHIORI
La polizia controlla la piazza: non sono rispettate le disposizioni anti assembramento, quindi alla fine alle 0.45 si decide di chiudere l’accesso e scaglionare le personePolizia Locale ed esercito controllano l’accesso a  piazza delle ErbeControlli della polizia Locale ad un gruppetto di ragazziniObama, cane della polizia, durante i controlli in corticella SgarzerieIl cane Pico, della Locale a Riva San Lorenzo FOTOSERVIZIO MARCHIORI
La polizia controlla la piazza: non sono rispettate le disposizioni anti assembramento, quindi alla fine alle 0.45 si decide di chiudere l’accesso e scaglionare le personePolizia Locale ed esercito controllano l’accesso a piazza delle ErbeControlli della polizia Locale ad un gruppetto di ragazziniObama, cane della polizia, durante i controlli in corticella SgarzerieIl cane Pico, della Locale a Riva San Lorenzo FOTOSERVIZIO MARCHIORI

La voglia di divertirsi contrasta con le restrizioni. Le restrizioni sono in contrasto con la voglia di tornare alla normalità, ma la voglia di divertirsi rischia di trasformarsi in contagio. Forse, troppo presto, abbiamo fatto finta di non capire che il virus Covid-19 è ancora in circolazione. Forse, cercando di non far andare a rotoli l’economia intera, abbiamo trasformato quella libertà che ci era sembrata un diritto acquisito e l’abbiamo trasformata in una sorta di liberi tutti. Abbracci, assembramenti, piazze e vie si sono riempite di nuovo, soprattutto nel fine settimana. Delle mascherine neanche l’ombra, salvo poi farle spuntare dalle tasche o passarsele di nascosto (sigh) l’uno con l’altro all’arrivo di una qualsiasi divisa. Venerdì sera di controlli. Quelli della movida, termine abusato, visto che era nato per caratterizzare il movimento sociale ed artistico diffuso in Spagna dalla fine degli anni Settanta con la caduta della dittatura franchista, fino ai primi anni Novanta, e poi è diventato sinonimo di divertimento. La movida a Verona si concentra tra piazza delle Erbe, corso porta Borsari, piazzetta Sgarzerie e ancor più via Fama, corticella Sgarzerie. Dunque facciamolo insieme, questo piccolo viaggio nella notte. Da una parte centinaia di giovani, dall’altra, le divise, di polizia di Stato, carabinieri, polizia Locale ed esercito. Fin dalle 20, una squadra della Locale, con l’unità cinofila e il cane Pico, sono in alto San Nazaro. Controlli e rinvenimenti di qualche grammo di droga. Poi gli agenti fanno un giro in piazza Pradaval, ai Bastioni, finchè ancora il sole non è calato del tutto. E poi si spostano, in Riva San Lorenzo, dove i controlli vanno avanti fino ad oltre le 22.30. Il cane Pico sempre al lavoro tra i cespugli, due i gruppi di ragazzini controllati, tutti senza precedenti, molti minorenni. «Sta andando bene», dice il coordinatore del servizio, «qui la situazione è regolare. Vuol dire che i controlli precedenti sono serviti da deterrente. E in questo modo anche i cittadini si sentono più tranquilli, si sentono protetti». Ci sono due mondi tra questi popolo di giovani in cerca di socialità, divertimento e talvolta sballo. C’è quello più degradato, quello che popola i giardini di Pradaval, piuttosto che Alto San Nazaro, i giardini Baden Powell e i Bastioni. Quello degli spacciatori, in maggioranza stranieri, tanti giovanissimi che vendono ai coetanei stupefacente di qualsiasi genere. E c’è il mondo della movida, che di sostanza stupefacente in tasca ne ha gran poca, che magari tende a farsi la sniffata prima di uscire di casa, per essere bello carico, ma nella maggior parte dei casi, vuole bersi qualche bicchiere in più e a sostare per ore ed ore in piazza Erbe. Infatti, venerdì sera, Obama, il cane antidroga dell’unità cinofila arrivata apposta da Bologna per i controlli, di droga, ne ha avvertita in alcune zone, come piazzetta Monte, dove ha trovato proprio un ragazzo che una canna se la stava fumando e vedendo gli agenti è scappato via sul motorino. Obama, ha scoperto anche un altro ragazzo in piazza delle Erbe con qualche grammo di sostanza. Faccia terrea di paura, più che altro per le conseguenze. Le vie della movida hanno iniziato a popolarsi verso le 23. Centinaia di giovani che si sono riversati in strada. Nessuno con la mascherina. Nessuno. Da quell’ora in poi è come se Verona non avesse avuto una popolazione dai 40 anni in su. Giovani, giovanissimi, in pellegrinaggio tra un bar e l’altro. Tutti con il bicchiere in mano, pronti ad incontrarsi, ad abbracciarsi e a scambiarsi baci. Qualcuno ha sentito parlare di Covid? «Non c’è più». «Hanno esagerato», le riposte, ridendo. Passata mezzanotte, piazza Erbe, sul lato colonna con leone di San Marco, ormai è zeppa di gente. Tutti assembrati, per dirla, come in ordinanza. Tutti vicinissimi, tutti senza mascherina. Il commissario Fabiano Marra, coordinatore del servizio disposto proprio per evitare la violazione delle norme anti assembramento, con il supporto dei cinofili, riflette ancora, chiudere o non chiudere la piazza? Parla con alcuni gestori dei bar, raccomanda di non dare alcol a minori, di cercare di evitare che la gente beva stando in piedi. Ma è come svuotare il mare con un cucchiaino. Alla fine il popolo della notte aumenta ancora, il tasso alcolemico sale, e le distanze tra persone diminuiscono. E quasi l’una quando il funzionario decide e chiede il supporto delle altre forze in campo. Si chiude l’accesso alla piazza da Sant’Anastasia, da corso Porta Borsari, da piazza dei Signori, da via Cappello e Mazzini e da via Pellicciai. Inizia la tiritera di chi in piazza deve «assolutamente entrare», con le scuse di ogni genere. Come se in piazza ci fosse qualcosa di diverso e di speciale. Sorprende perchè i ragazzi, abituati alle code per l’accesso in alcuni locali, si mettono persino in fila in attesa che ci sia il cambio, qualcuno esce, altri entrano. E si va avanti così per alcune altre ore, fino a quando, piano piano, la piazza si svuota. Il bilancio della nottata, diventa una riflessione. Se il distanziamento sociale è servito, assieme al caldo, ad arginare i contagi, a breve potremmo avere una temuta ricaduta. Il presidente della Regione Luca Zaia ha già annunciato restrizioni da domani. Se tutti avessimo un buon senso maggiore, basterebbe l’applicazione delle norme che già ci sono. Ma, come si dice, ci hanno dato un dito, ci siamo presi il braccio. E adesso rischiamo di farcelo amputare. •

Alessandra Vaccari

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