Un evento tragico che ha avuto risonanza nazionale. Un ragazzo di 16 anni si è ucciso gettandosi dalla finestra di casa per qualche grammo di hashish nel paese ligure di Lavagna, durante un controllo della Finanza. Un dramma che ha riacceso i riflettori sul problema delle droghe, soprattutto leggere, che circolano negli ambienti scolastici. A Verona, in verità, l’attenzione su questo fronte non è mai calata e si è formata un’alleanza compatta tra dirigenti scolastici, esperti dell’Ufficio Territoriale e polizia municipale contro la diffusione di droga nelle scuole. L’ultimo confronto su questa emergenza si è svolto venerdì, dopo segnalazioni che giungono da presidi e genitori su sostanze sospette, fuori e dentro le aule. Una tendenza emersa anche da un questionario del Punto Ascolto Disagio Scolastico compilato da 980 studenti delle scuole superiori nell’anno scolastico 2015-16: ben 588 avevano dichiarato che a scuola girerebbero “sostanze”, 363 ne farebbero uso, un centinaio avrebbe iniziato per curiosità dall’età di 14 anni, 288 prediligerebbe marijuana per quelle che vengono reputate innocue “canne”. E se 703 avevano affermato che il parco è il principale luogo di consumo, 797 chiedevano di affrontare a scuola il problema.