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Sorbini, il sogno del museo all’Arsenale

Lorenzo Sorbini
Lorenzo Sorbini
Lorenzo Sorbini
Lorenzo Sorbini

A vent’anni dalla sua prematura scomparsa, era il 26 ottobre 1997, l’eredità scientifica e umana di Lorenzo Sorbini sarà il tema che l’Associazione naturalisti veronesi Francesco Zorzi, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, condividerà con studiosi, appassionati e amici domani, alle 15.30, nella sala conferenze del Museo civico di Storia naturale, in Lungadige Porta Vittoria, da lui diretto per 15 anni e di cui fu il più giovane dei direttori.

Del geologo, paleontologo e museologo di assoluto livello e del direttore del Museo di Storia naturale parleranno Walter Landini, dell’università di Pisa; Nicoletta Bedosti, del Parco Monte San Bartolo, direttrice del museo intitolato a Sorbini a Pesaro; Roberto Zorzin, conservatore della sezione di geologia e paleontologia del Museo di Storia e Ugo Sauro, direttore del quaderno culturale Lessinia-Ieri, oggi, domani, di cui Sorbini fu cofondatore e primo direttore fino alla morte, che sopravvenne dopo una breve e inesorabile malattia, a 57 anni.

Nel pieno dell’attività scientifica e di ricerca, Sorbini vantava una produzione scientifica già molto ricca, con numerosissime pubblicazioni, progetti scientifici per mostre e musei e importanti lavori geologici. Specialista dei giacimenti fossili di Bolca, nel 1965 iniziò con Jacques Blot, del Museum d’Histoire naturelle di Parigi, la grande revisione moderna dei pesci fossili, e con Walter Landini dell’Università di Pisa lo studio comparato delle popolazioni ittiolitologiche di Bolca con quelle attuali dei mari tropicali.

Sorbini approfondì anche il campo della geologia con la storica Carta geologica del Comune di Verona e studi geologici e idrogeologici nel Veronese. Seguì molti giacimenti fossiliferi italiani, promosse le ricchezze naturalistiche della Lessinia. Dopo 20 anni il suo ricordo è ancora molto vivo non solo fra parenti e amici, ma anche fra i colleghi della comunità scientifica nazionale e internazionale e cittadina. Prova ne sia che il suo nome è spesso citato in progetti ancora da realizzare, ma di cui lui aveva avuto lungimirante intuizione.

Merito di Sorbini è stato l’aprire vasti orizzonti allo studio delle scienze naturali nel Veronese, con grande attenzione al territorio, rapporti umani intensi, correlazioni e collaborazioni anche geograficamente lontane, instancabili esplorazioni e sperimentazioni nella realtà scientifica. Sarà moderatrice del convegno la moglie Margherita Frigo Sorbini, presidente dell’Associazione naturalisti veronesi e che conobbe Lorenzo nello stesso museo di cui poi sarebbe diventato direttore. Dieci anni fa, ricostruendo la figura di Sorbini su La Lessinia-Ieri, oggi, domani, raccontò il suo “sogno nel cassetto” che la morte non gli permise di realizzare: «Quello che gli stava più a cuore era un eventuale trasferimento del Museo civico dalla sede storica, gloriosa ma ormai insufficiente, ai vasti spazi dell’Arsenale. Riteneva che in quell’edificio molto particolare, nel cuore della città ma ampio e verde, sarebbe stato possibile dare al museo la struttura e le dimensioni di un grande istituto di cultura, a livello dei maggiori in Europa, e si sarebbero potuti offrire alla visione del pubblico pezzi e collezioni di grande interesse scientifico, non esposti per motivi di spazio e oggi accessibili solo agli studiosi».

Vittorio Zambaldo

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