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Iniziativa nazionale #ioapro1501

Ristoranti aperti per protesta, Perbellini: «Non aderisco, ma il problema c'è»

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Lo chef Giancarlo Perbellini
Lo chef Giancarlo Perbellini
Lo chef Giancarlo Perbellini
Lo chef Giancarlo Perbellini

«Non aderisco alla protesta, comunque se si arriva a questo punto purtroppo un problema c’è». Lo dice lo chef stellato Giancarlo Perbellini riguardo alla protesta annunciata da un gruppo di ristoratori per il 15 gennaio, quando apriranno i loro locali anche di sera per contestare le misure annunciate con il prossimo Dpcm.

«Purtroppo - spiega - non c’è chiarezza, non c’è una decisione finale, ma restiamo sempre in attesa fino all’ultimo giorno su cosa fare. Aprire e chiudere così a spot è deleterio e sicuramente esaspera gli animi. Poi credo che andare contro la legge non vada mai bene».

Giancarlo Perbellini fino a ieri aveva aperto solo uno dei suoi 9 locali, una pasticceria a Verona, oltre alla nuova locanda bistrot a Milano, attiva solo con l’asporto. «Noi abbiamo chiuso il 23 dicembre pensando che il 6-7 gennaio saremmo rientrati e abbiamo dovuto aspettare la sera dell’Epifania per sapere che non rientravamo» conclude Perbellini. «Credo ci debbano essere decisioni più ferree: se si chiude si resta chiusi, non si può aprire e chiudere come una fisarmonica, il nostro mestiere non è un negozio».

 

Intanto ha già raccolto oltre 50 mila adesioni da tutta Italia l'iniziativa #ioapro1501, lanciata sui social, che invita i ristoratori a restare aperti, a partire dal 15 gennaio, contro le restrizioni anti Covid imposte dal Governo. «È una questione di sopravvivenza, siamo già al punto di non ritorno, ma ci proviamo lo stesso», spiega Umberto Carriera, il ristoratore "ribelle" di Pesaro che ha già collezionato multe e sospensioni per aver aperto alcuni suoi locali malgrado i divieti dei vari Dpcm.

Tra Milano, Modena, Pesaro e Reggio Emilia, le città con maggiori adesioni finora registrate, si parla di circa quattrocento locali pronti a restare aprire. «Non è mai stata presentata un’indagine epidemiologica che accerti i contagi nei locali, a differenza di quanto può accadere sui mezzi pubblici o nei supermercati - sostiene Carriera - Vogliamo poter lavorare, ma saremo i primi a puntare il dito contro chi non rispetta le norme di sicurezza», tanto da dotarsi di un Dpcm "autonomo", nel gergo dell’ideatore dell’iniziativa un «Decalogo Pratico Commercianti Motivati». Tra le regole «un tavolo si e uno no - spiega Carriera - mascherina obbligatoria e conto alle 21.45».

 

Confesercenti Verona prende le distanze dall'iniziativa: «In relazione all’iniziativa #ioapro1501, che prevede l’apertura dei pubblici esercizi aderenti a pranzo e a cena per venerdì 15 gennaio, in aperto contrasto con le limitazioni imposte e confermate anche dagli ultimi DPCM, Confesercenti Verona prende le distanze»,  scrivono in una nota.

«Siamo perfettamente consapevoli dello stato in cui versano i pubblici esercizi e anche tutte le altre imprese che hanno patito e stanno ancora soffrendo per le conseguenze dei vari dpcm intervenuti nel tempo» sostiene il direttore generale Alessandro Torluccio. «Abbiamo sempre sostenuto le proteste civili fin qui fatte dagli esercenti e, se necessita, siamo pronti a farlo ancora, ma non è possibile tollerare qualsiasi iniziativa che sconfina nell’illegalità».

Il presidente Paolo Bissoli invita «a prestare molta attenzione alle gravissime conseguenze che questa iniziativa potrebbe comportare».

 

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