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Referendum, parte la corsa
E si accende lo scontro politico

Il Consiglio regionale del Veneto riunito in sedutaGiovanna Negro
Il Consiglio regionale del Veneto riunito in sedutaGiovanna Negro
Il Consiglio regionale del Veneto riunito in sedutaGiovanna Negro
Il Consiglio regionale del Veneto riunito in sedutaGiovanna Negro

Si apre le partita ma anche lo scontro politico sul referendum consultivo del 22 ottobre per l’autonomia del Veneto. Che a sua volta apre la strada, sulla scia delle elezioni amministrative dello scorso giugno e in previsione di quelle politiche 2018, a movimenti politici. Che toccano da vicino Verona e l’area di Flavio Tosi, segretario del Fare!.

A Venezia, a Palazzo Ferro Fini, il consigliere regionale Maurizio Conte, veneziano, ex leghista, eletto nella Lista Tosi nel 2015, ha annunciato la nuova denominazione del suo gruppo, che si chiamerà Veneto per l’Autonomia. «L’obiettivo è chiaro», spiega. «Veneto per l’Autonomia vuole andare verso un obiettivo politico, in questo caso l’autonomia della nostra Regione. La mia speranza è che al referendum ci sia un plebiscito per il Sì. La nostra scelta politica nascerà in seguito e sarà rivolta verso il centrodestra, laddove si è sempre indirizzata la nostra identità». Il gruppo Lista Tosi in Regione, dunque, non esiste più. Dopo il veronese Stefano Casali e Andrea Bassi, entrati nel Centro Destra Veneto a sostegno del presidente leghista Luca Zaia, ora se n’è andato anche Conte. «Flavio Tosi è sempre stato un amico», conclude, «ma in questo momento serve chiarezza sugli obiettivi politici. Ritengo ci sia stata troppa incertezza e poca chiarezza circa le posizioni da assumere nella riforma dello Stato. Non guardo a Renzi né alla sinistra, ma al territorio e a rafforzare la posizione nell’ambito dei valori del centrodestra».

E Tosi stesso, sul referendum, ieri ha diffuso una nota e un viudeo sul referendum. «Bisogna votare Sì, ribadendo a Roma che il Veneto vuole più autonomia. L’effetto quale sarà? Tratterremo realmente più soldi in Veneto? No. Avremo lo statuto speciale? No. Si terrà un referendum consultivo (cioè si esprime un parere) dove i cittadini veneti, ad un costo di 14 milioni, tre euro per ogni residente, comunicheranno allo Stato la loro volontà di maggiore autonomia. È giusto che si sappia che l’effetto sarà questo… Non bisogna dire bugie agli elettori. Il referendum di certo sarà la campagna elettorale di Zaia e della Lega per le prossime politiche», dice il segretario del Fare! e consigliere comunale, ex sindaco. «L’esito è scontato e sacrosanto, vincerà il Sì. Speriamo almeno che poi la Regione, che predica l’autonomia ma non la pratica, né sulla sanità, né sui territori, si impegni davvero per portare a casa qualche risultato». E poi, sul caso di Conte, Tosi, ha detto, in un tweet: «Condivido con l’amico Conte: siamo e saremo di centrodestra. Noi a Verona abbiamo corso contro il Pd, battendolo. A Padova chi ha sostenuto Maurizio?».

Nella galassia tosiana però la consigliera regionale del Veneto del Fare!, Giovanna Negro, ex Lega, già sindaco di Arcole e deputata del Carroccio, si sbilancia invece nettamente per il referendum, replicando di fatto a Tosi e sbilanciandosi pro-referendum. «Dopo essermi consultata sia con il coordinamento regionale che con quello veronese di Fare! e in piena e totale sintonia con i sindaci di Arcole e Valeggio, oltre a molti consiglieri comunali del veronese», dice, «ho inviato a Corecom Veneto l’adesione del mio gruppo consiliare regionale al Comitato per il Sì».

La Negro poi precisa che «la mia e la nostra adesione a un Sì chiaro e convinto per una maggiore Autonomia della Regione del Veneto. Ci siamo però posti l’obbiettivo di una comunicazione politica e istituzionale che sia trasparente nei confronti dei cittadini perché già vediamo messaggi politici strumentali che giocano con le parole roboanti dell’indipendenza, mentre il quesito è ovviamente dentro i binari della Costituzione italiana e di ciò che la stessa indica nel Titolo V».

Enrico Giardini

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