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La tragedia avvenuta alla Grande Mela

Indagato per omicidio colposo un amico di Michele, morto dopo la caduta dall'auto

Il funerale di Michele Zenti
Il funerale di Michele Zenti
Il funerale di Michele Zenti
Il funerale di Michele Zenti

Si è svolta ieri l’autopsia sul corpo di Michele Zenti, il 21enne che ha perso la vita lo scorso 7 ottobre dopo una caduta dal bagagliaio di un’auto, nel parcheggio del centro commerciale La Grande Mela, a Lugagnano di Sona.

Dopo che la famiglia, nonostante l’infinito dolore per una fine così assurda, ha trovato la forza di donare gli organi dello sfortunato ragazzo e che la comunità di Parona, sabato scorso, gli ha dato l’addio nel corso di una commossa cerimonia funebre, proseguono infatti le indagini per capire cosa sia davvero accaduto nel parcheggio coperto del centro commerciale, dove la sera di sabato 2 ottobre è avvenuta la tragedia.

Il giovane era giunto all’ospedale di Borgo Trento in condizioni disperate dopo che, a seguito della caduta, aveva riportato una ferita alla testa. Una bravata? Un momento di distrazione? Una tragica fatalità? Le prime risposte potrebbero arrivare, oltre che da alcuni testimoni, «dalle telecamere presenti nel parcheggio del centro commerciale, che dovrebbero aver ripreso la scena con una certa chiarezza».

Così il procuratore capo di Verona, Angela Barbaglio, che annuncia come sia stato indagato con l’accusa di omicidio colposo il conducente dell’auto, amico coetaneo di Michele dopo che la Procura ha appreso la notizia a seguito della richiesta di espianto degli organi. Alla Grande Mela, la sera dell’incidente, erano intervenuti anche i carabinieri di Villafranca: secondo i primi rilievi, alla guida dell’auto nel parcheggio al terzo piano del centro commerciale in quel momento c’era un amico del ragazzo, mentre Michele si sarebbe trovato nel bagagliaio con il portellone aperto finché, per cause che dovranno essere accertate, sarebbe caduto battendo la testa. La vettura, in quel momento, sarebbe stata in movimento, ma a bassa velocità. Perché si sia mossa e in che posizione fosse il ventunenne prima di perdere l’equilibrio è ancora da chiarire. Mentre i due amici, stando agli accertamenti effettuati in quella tragica sera, non sarebbero stati sotto l’effetto di alcol o sostanze stupefacenti.

Ricoverato nel reparto di terapia intensiva chirurgica, Michele si era “arreso” dopo cinque giorni di coma, quando era stata dichiarata la morte cerebrale. Quale sia stata la causa, lo chiarirà il risultato dell’esame autoptico richiesto dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Carlo Boranga, che sarà depositato dal medico legale entro 60 giorni e su cui al momento vige il massimo riserbo per non compromettere le indagini.

Elisa Pasetto

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