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«Evitata una Bibbiano Due», «Schifose strumentalizzazioni»

Marco è a casa, ma è scontro totale
tra la famiglia e l'amministrazione

L'avvocato Miraglia e l'assessore Bertacco
L'avvocato Miraglia e l'assessore Bertacco
L'avvocato Miraglia e l'assessore Bertacco
L'avvocato Miraglia e l'assessore Bertacco

Marco è tornato a casa. Il bimbo per sette mesi tolto alla famiglia affidataria e ai nonni, per il quale c'era stata una grande mobilitazione, è tornato con i fratelli acquisiti e vedrà regolarmente il nonno e la nonna.

Ma esplode la polemica fra il legale della famiglia e il comune di Verona. 

 

«CHIEDEREMO IL RISARCIMENTO DANNI»

L'avvocato Francesco Miraglia ha commentato: «Se questi nonni e questi genitori affidatari non avessero avuto la forza e gli strumenti per opporsi a chi ha loro ingiustamente strappato il bambino, se il giornale della città, L’Arena, non avesse raccontato questa enorme ingiustizia sensibilizzando dal primo giorno l’opinione pubblica che ha risposto mobilitandosi e andando in strada con fiaccole, cartelli e striscioni, oggi Marco dove sarebbe? Sarebbe stato venduto, barattato, strappato alla sua vita per ottusità di qualcuno», è imbufalito l’avvocato, «o forse sarebbe ancora in istituto in attesa di essere vergognosamente affidato a qualche altra famiglia, lontano dalla sua, dai suoi nonni, dai suoi affetti. Perché lui li ha, li ha sempre avuti, nessuno l’ha abbandonato».

L’indignazione di Miraglia cresce: «Ma ci rendiamo conto che anche Verona, se non fosse stato per la forza dei parenti supportati dal movimento raccontato puntualmente dal giornale cittadino, potrebbe essere una Bibbiano due?». Poi la promessa: «Qualcuno pagherà. Andremo in Procura per avere giustizia. E chiederemo il risarcimento dei danni all’assistente sociale e alla psicologa che hanno firmato quella che rischiava di diventare, se la vicenda fosse passata - come tante purtroppo - sotto silenzio, una condanna a morte per questo bambino e per i “suoi“ familiari».

E continua: «Li hanno divisi contro ogni buon senso, ma perchè? Cosa c’è sotto? Per fortuna tutta la città ha sposato la causa, è scesa in piazza denunciando certi malaffari possibili perchè, dentro al Palazzo, chi era chiamato a controllare non l’ha fatto».

 

«MIRAGLIA DENUNCI ANCHE ME»

Dichiarazioni che non sono piaciute per nulla all'assessore al Sociale del comune di Verona, il senatore Stefano Bertacco: «Paragonare il caso del piccolo Marco a quello di Bibbiano è schifosamente strumentale. Invito l’avvocato Miraglia ad andare lunedì stesso in Procura per dare avvio alle verifiche di cui parla. Ricordo a tutti che, nell’immediatezza dell’allontanamento, il Sindaco scrisse una lettera al Ministro della Giustizia Bonafede e io stesso presentai un’interrogazione parlamentare che attende ancora risposta (chiedo al Ministro Fontana di intervenire), per segnalare l’ingiustizia perpetrata nei confronti del piccolo Marco. La verità, spero, sia accertata al più presto e difenderò in ogni sede la mia reputazione. Non ci sto ad essere diffamato. Chi mi conosce sa con quanta dedizione svolgo il mio incarico. Sono pronto a rispondere a qualunque cosa nelle sedi competenti. Il tema della tutela minorile è un problema serio e delicato, è evidente a tutti che deve essere profondamente riformato. Io ci sto provando in Parlamento, ed insieme ad altri miei colleghi, ho depositato un disegno di legge per l’abolizione del Tribunale dei minori e, conseguentemente, per l’istituzione del Tribunale della famiglia. Non sono mai stato e mai sarò alla ricerca della notizia ad effetto o in cerca di notorietà. Preferisco lavorare ogni giorno, cercando di espletare nel miglior modo possibile gli incarichi che ricopro».

«Quindi», continua, «invito l'avvocato Miraglia,  a citare anche me in Tribunale, perché le sue parole sono pesanti ed io ora mi aspetto da lei coerenza e non solo annunci ad effetto. Sono mesi che dice di voler denunciare l’assistente sociale e i responsabili dei Servizi sociali del Comune di Verona e non l’ha ancora fatto, perché? Intanto rilascia interviste dicendo inesattezze sulla decisione della Corte, ma ognuno risponde prima di tutto alla propria coscienza e poi del suo operato. Aspetto con trepidazione la sua denuncia perché, oggi, lei ha ingiustamente diffamato un’intera città».

E conclude: «Volevo ringraziarla per tutti gli insulti ricevuti sui vari social, più o meno pilotati da associazioni in difesa di Marco, alcune delle quali, tra l’altro, ho anche ricevuto in ufficio. Conservo ancora il biglietto da visita di uno di loro che si offriva, chiaramente dietro compenso, come consulente legale».

 

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