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INFILTRAZIONI CRIMINALI

Mafia in Veneto
Verona è seconda
per beni confiscati

Verona, seconda provincia in Veneto per beni confiscati alla mafia
Verona, seconda provincia in Veneto per beni confiscati alla mafia
Verona, seconda provincia in Veneto per beni confiscati alla mafia
Verona, seconda provincia in Veneto per beni confiscati alla mafia

Il Veneto non è immune alle presenze mafiose sul territorio, definite da Unioncamere Veneto «silenti, invisibili e liquide», con una forte infiltrazione della camorra. Sono più che raddoppiate le confische: dagli 88 beni del 2013 ai 186 del 2015 (60 solo a Venezia). E in termini quantitativi, dopo Venezia, la provincia veneta che a fine 2015 ha registrato il maggior numero di beni confiscati (60), c'è proprio Verona (54). Seguono Padova (36), Belluno (17), Vicenza (10), Treviso (5) e Rovigo (4).
L’analisi del rapporto, realizzato da Unioncamere con Libera, è stata fornita oggi in occasione della ricorrenza della strage di Capaci, in concomitanza con la giornata di studio ’Costruire la cultura della legalita« organizzata dall’Università Cà Foscari e Ufficio Scolastico Regionale. Nelle regioni del Nord sono 15 le organizzazioni attive nel traffico o nella vendita di sostanze stupefacenti, di cui 3 in Veneto dove ’ndrangheta, camorra e cosa nostra si spartiscono traffici e profitti con le organizzazioni straniere. L’organizzazione più attiva è la camorra con l’estorsione connessa all’usura. La relazione annuale della Guardia di Finanza ha rilevato 4.500 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette nel primo semestre 2015 che collocano il Veneto al 7/o posto nella graduatoria delle regioni italiane». Nel Veneto le mafie, anche se non sparano, dimostrano di essere in grado di intaccare il tessuto socio-economico del territorio - commenta Giuseppe Fedalto, presidente Unioncamere Veneto -. Il Veneto, come altre regioni del Nord, attrae per le possibilità di riciclaggio che le organizzazioni criminali utilizzano per far fruttare i guadagni illegali, mascherandoli con investimenti in attività commerciali e imprenditoriali«. La confisca dei beni in Veneto in mano alla criminalità organizzata è passata dagli 88 casi del 2013 ai 186 nel 2015 (+95). Nella mappatura rimangono le quattro società già censite (una a Sanguinetto nel veronese, due a Venezia e una a Belluno) ma se ne aggiungono una a Rovigo e una a Verona. »Tuttavia la tendenza delle mafie nel reinvestimento e nell’acquisizione di quote societarie - osserva don Luigi Ciotti, presidente di Libera - si è evoluta con la compartecipazione e l’acquisizione di quote in società a responsabilità limitata. Le mafie prosperano grazie a complicità e connivenze. Ma a loro vantaggio operano anche il silenzio, l’indifferenza, la rassegnazione e la rimozione«. Don Ciotti ribadisce che nel Nord Est dove »le cosche hanno saputo mettere a frutto una collaudata ’vocazionè imprenditoriale, inquinando tutta una serie di settori, tra cui quello, sempre più redditizio dell’agroalimentare«. L’incidenza percentuale sul totale dei beni confiscati in Italia rimane evidentemente molto bassa, meno dell’1% ma, scomponendo i dati, si riscontra come il Veneto sia la regione largamente più attrattiva nel Nord Est. 

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