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IL PUNTO SULLE INDAGINI

Ladri indisturbati
al lavoro
per oltre un’ora

Polizia davanti a Castelvecchio (FOTO MARCHIORI)
Polizia davanti a Castelvecchio (FOTO MARCHIORI)
Polizia davanti a Castelvecchio (FOTO MARCHIORI)
Polizia davanti a Castelvecchio (FOTO MARCHIORI)

I ladri-rapinatori sapevano con precisione in che orario colpire. L’orario più vulnerabile, quello del cambio tra il personale del Comune e la guardia giurata armata che resta in servizio fino al mattino. È un decennio che c’è una vigilanza al museo di Castelvecchio. Prima era assegnata, come ogni edificio comunale (palazzo Barbieri, comando polizia urbana e museo appunto)vigilato alla Nordest service di Treviso, che poi è fallita ed è stata rilevata dalla SicurItalia. Questo è il primo colpo che viene messo a segno. È stato siglato un protocollo da seguire dove sono indicati arrivo della guardia, passaggio di consegne, porte interne ed esterne da chiudere a chiave, inserimento allarme.

Dalle 19.30 orario di chiusura in poi, nel museo è attivato il sistema d’allarme volumetrico e di telecamere (sono 48). In questi casi dalla centrale operativa si vedono le lucette dell’attivazione del sistema. La domanda che sorge spontanea è dunque questa. Se i rapinatori entrano in azione impedendo alla guardia di inserire il sistema d’allarme, perchè nessuno dalla centrale operativa della Securitalia si accorge che l’allarme non è stato inserito? Perchè nessuno tenta di mettersi in contatto con la guardia e non ottenendo risposta non si precipita al museo? Soltanto molto più tardi sul posto è arrivato un collega della guardia, ma per dare il cambio a quello sconvolto dalla rapina.

Il server che controlla la sorveglianza è andato in tilt o è stato manomesso dai delinquenti? E ancora perchè su quadri di questo valore non era inserito un sensore (costo circa 150 euro ciascuno)che suona nel momento in cui il quadro viene rimosso o tagliato? Sul posto interviene la questura. Al museo vanno, lasciando la cena per il Premio 12 apostoli, nell’omonimo ristorante sia il questore che il prefetto. Ma la notizia della rapina con la conseguente ricerca dell’auto della guardia utilizzata per la fuga, non viene diramata subito alle altre forze dell’ordine.

La collaborazione, la sinergia interforze vorrebbe che in casi simili fossero allertate tutte le forze che operano sul territorio, polizia locale compresa, visto che sul territorio cittadino insistono centinaia di telecamere che registrano ogni passaggio. Certo restano alcuni giorni e nell’immediatezza non sono certo i filmati da visionare le cose più importanti da fare. Ma quelle stesse telecamere che vigilano in molti angoli della città sono in grado di «raccontare» almeno un tratto di strada di quell’auto in fuga. Chi ha agito s’è mosso con sicurezza. Potrebbe avere avuto un basista? Forse un unico errore, o un peccatuccio di gola: tra le opere trafugate, anche un quadretto che vale soltanto 2.500 euro. Forse un ricordo da tenere in casa a memoria del colpo del secolo?A.V.

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